LA FESTA DI UN GRANDE PAESE

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Oggi il mondo intero ha celebrato l'Italia. 40 capi di Stato e più di 80 delegazioni straniere si sono riunite a Roma per il 65esimo anniversario della nostra Repubblica. Atmosfera bellissima e grande commozione sul viso del Presidente Napolitano che, come da tradizione, ha assistito alla parata militare e ha reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Spettacolari e suggestive, come sempre, le acrobazie delle frecce tricolori che hanno arricchito il fascino della celebrazione.

Grande giornata quella di oggi. Una giornata densa di significati politici, civili e storici. Il 2 giugno del 1946 gli italiani votarono il referendum istituzionale per scegliere la forma di governo del paese. Scelsero la Repubblica lasciandosi indietro gli 85 anni di regno. Contestualmente al referendum gli italiani furono chiamati ad eleggere l'Assemblea Costituente, 556 deputati cui spettava il compito di redigere la nuova carta costituzionale del nostro paese. Il 1946 fu anche l'anno del suffragio universale, il referendum sulla forma di governo fu infatti la seconda occasione per donne e uomini di recarsi alle urne. La prima avvenne un paio di mesi prima con le elezioni amministrative.

In questi 65 anni di storia l'Italia è cresciuta, ha combattuto, ha riso, ha pianto, ha sofferto e ha gioito. La nostra storia repubblicana è una storia di democrazia e di sviluppo. Siamo diventati un grande paese, una potenza economica riconosciuta, un popolo unito, checchè se ne dica. Diritti civili, scelte economiche, lavoro. Grandi temi che abbiamo saputo affrontare, seppur con grandi scontri e difficoltà. Oggi, dopo 65 anni, il mondo intero ci fa gli auguri, onora la nostra storia e riconosce al nostro paese il ruolo importante che ha rivestito e che riveste nella geopolitica mondiale.

Tutte le forze politiche celebrano l'evento, il popolo dimentica, almeno per un giorno, lotte interne e contrapposizioni e si ritrova in uno spirito nazionale che è stato l'humus della nostra rigogliosa crescita e affermazione.

Questo è anche l'anno dei 150 anni dall'unità, dall'inizio della nostra storia. Un anno speciale insomma, il 2011, che può e deve offrire l'occasione per ricordare l'orgoglio e la fierezza di avere questa cittadinanza. Riecheggiano i sussurri di chi ha combattuto per l'unità, di chi ha combattuto per liberarci dal fascismo, di chi ha dato la vita per la nostra bandiera. Il vice presidente americano Joe Biden, anch'egli presente alle celebrazioni, ha detto che se dovesse rinascere vorrebbe nascere italiano. Io condivido, se dovessi rinascere vorrei nascere ancora in Italia. E allora…  auguri Italia, 1000 di questi giorni!

Umberto Salvatore

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