La crisi del mondo riflette la crisi della politica

editorialeLa crisi del mondo riflette la crisi della politica

Data:

E’ diventato quasi un tormentone. Ad ogni angolo, in ogni vicolo, in ogni piazza si sente sempre lo stesso mormorio, sempre la stessa considerazione. “Eh… c’è la crisi“. Sembra un luogo comune, quasi uno scherzo, un “joke” come dicono gli inglesi. E invece è tremenda verità. Il XXI secolo è iniziato maluccio, è iniziato con la più grande crisi economica dell’era contemporanea. Ma cos’è questa crisi? Da dove è saltata fuori? Come si è arrivati a questo? Domande semplici con risposte complicate, che quasi nessuno capisce.

Non è mia intenzione discutere qui della storia del capitalismo, della storia della globalizzazione e dei meccanismi che hanno portato alla loro nascita e alla loro affermazione. Parto dalla fine, la loro affermazione. Il capitalismo e la globalizzazione hanno vinto, hanno nettamente vinto la partita sulle grandi scelte economiche, sulle grandi scelte dei mezzi di produzione. Il mondo ha deciso di darsi questo tipo di assetto. Capitalismo e globalizzazione hanno portato con se molti benefici ma hanno portato anche molte storture. Molti parlano di capitalismo imperfetto, di globalizzazione selvaggia e senza regole. Ingiustizia sociale, crisi economiche, esaurimento delle risorse scarse sono sotto gli occhi di tutti. La domanda sorge spontanea: Perché nel corso di un secolo intero non si è cercata un’alternativa? Nessuno si è accorto di quello che stava accadendo? Chi doveva farsi portatore di un’idea diversa della società?

Ebbene non vi è dubbio che riprendendo le vecchie e ormai anacronistiche categorie politiche, quelle di destra e sinistra, è certamente quest’ultima, la sinistra, che avrebbe avuto il compito di pensare diversamente. E’ la sinistra che al liberismo sfrenato, al capitalismo senza briglie, all’arricchimento managerial-finanziario avrebbe dovuto trovare un altro modo di pensare il mondo. Al contrario le sinistre d’Europa e del mondo, dopo la romantica (e fallimentare) favola del comunismo, hanno rinunciato. Si sono inserite perfettamente nello schema così delineato e hanno cercato di proporsi con grande difficoltà come alternativa alle destre. Grande difficoltà che derivava e deriva appunto dall’ormai sostanziale somiglianza di destra e sinistra. Due facce della stessa medaglia, si dice spesso. La sinistra non riesce a dare alla gente l’alternativa di una vita migliore, non ha idee, è confusa, vivacchia sulle contraddizioni del mondo e sulle proprie contraddizioni interne. Non sa bene se lavorare sulla falsariga attuale e aggiustare qualcosa o cambiare totalmente registro. Non sa bene se allontanare i comunisti o accoglierli nel suo seno. Non sa.

Per questi e altri motivi ritengo che si possa considerare superata la distinzione «Sinistra» e «Destra». Sono due categorie ottocentesche che vengono riprese, spesso in modo strumentale, per cercare di conquistare un blocco di elettori piuttosto che proporsi e legittimarsi con idee, alternative e capacità di governo che sono la cifra del riformismo. Ritengo ormai superata questa distinzione “formale” e mi orienterei più sulla efficace distinzione tra riformismo e conservatorismo. E qui emerge in tutta la sua inevitabilità la crisi politica specialmente italiana con conservatori diffusi un po’ in tutti gli schieramenti e riformisti che sgomitano per farsi spazio in altrettanti schieramenti. Ecco quindi che si giunge alla personalizzazione della politica, all’individuazione cioè che l’elettore fa relativamente alla persona, al singolo. Si cerca quindi il politico, il candidato che “personalmente” ispira più fiducia. E può trovarsi tanto a “destra” quanto a “sinistra”.

Con una situazione così delineata la via d’uscita è dura da trovare. Sia chiaro, non sto addebitando alla sinistra del ‘900 la colpa dell’attuale crisi. La colpa è di tutti. Ma non posso non rimproverarle l’abbandono di quel compito che la storia le aveva dato: costruire un mondo migliore, migliore per tutti. Ma la speranza che qualcosa cambi esiste. Bisogna da subito mettersi a lavoro e ragionare per il futuro e non per il presente. Per dirlo con Legambiente “Un mondo diverso è possibile”.

Share post:

Altre storie

Seguici su

50,320FansLike
527FollowersFollow
7,000SubscribersSubscribe

Leggi anche
Altre storie

Vecchioni & co: 5 vip che hanno insultato il Sud

Vecchioni & co: 5 vip che hanno insultato il...

Mamma li Turchi!

La tensione tra Turchia e Russia, dopo l'abbattimento di...

Paura attentati non riduciamoci a “Portone rubato porta di ferro”

Dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso,...

1992, la serie che rievoca le macerie

Fosse stata una sterile docu-fiction relativa all’inchiesta ‘Mani pulite’,...