Manca poco alla scoperta del ‘bosone di Higgs’: la particella di Dio

PRIMO PIANOManca poco alla scoperta del 'bosone di Higgs': la particella di Dio

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Si stringe il cerchio intorno alla scoperta della "particella di Dio", ovvero il "bosone di Higgs" dal nome del suo ideatore, Peter Higgs, il fisico britannico che nel 1964 la immaginò per spiegare la massa delle particelle elementari della materia (elettrone, muone, neutrino, quark).

A dare notizia del progredire delle ricerche sono stati due italiani: Guido Tonelli e Fabiola Gianotti, responsabili rispettivamente di Cms e Atlas, gli esperimenti che si trovano al Cern di Ginevra dove è stato costruito il superacceleratore Lhc (Large Hadron Collider) nel quale si riproducono le condizioni dell' universo una frazione di secondo dopo il Big bang, costruito due anni fa anche per cercare il "bosone di Higgs"
Con i due scienziati italiani e con l'Istituto nazionale di fisica nucleare italiano, collaborano tremila fisici di svariate nazionalità, compresi russi e americani, che si sono accaniti sui miliardi di collisioni prodotte nel superacceleratore facendo scontrare nuvole di protoni.

E nell'ultimo esperimento sembra proprio che l' impronta della particella di Dio sia stata raccolta: appare in due grafici, due curve colorate emerse dagli esperimenti effettuati con Lhc, e le due curve, coincidono quasi perfettamente mostrando qualcosa di importante per gli addetti ai lavori e non solo: il bosone si trova in una regione di massa compresa tra i 124 e i 126 miliardi di elettronvolt (GeV) con una probabilità del 99%. L’elettronvolt è un’unità di misura dell’energia, ma in fisica delle particelle si utilizza per misurare la massa delle particelle elementari.
 

Non si è certi che il bosone di Higgs esista realmente, ma è previsto dalla teoria per spiegare perché le cose hanno una massa. Secondo Higgs, questo campo di energia permea tutto l’universo e le particelle acquisiscono la loro massa interagendo con esso: quelle che interagiscono in modo forte sono pesanti, quelle che interagiscono in modo debole sono più leggere, e il bosone di Higgs quindi, sarebbe una particella particolare e importantissima su cui è stato elaborato il “Modello Standard delle alte energie”, una teoria scientifica molto potente che ha previsto l’esistenza di altre particelle che sono già state scoperte.

Proprio per la natura delicata della presunta scoperta, il comunicato ufficiale del Cern diffuso dopo le presentazioni ufficiali è cauto, in cui si specifica che si sono compiuti significativi progressi ma non abbastanza per pronunciare una parola definitiva.
Ora il lavoro dei ricercatori è quello di raccogliere conferme statistiche ripetendo gli esperimenti, e l'errore possibile è uno su cento; non abbastanza secondo i fisici, i quali per ottenere la certezza assoluta vogliono arrivare a uno su un milione.
Gli esperimenti continueranno nei prossimi mesi e in primavera l' acceleratore sarà riacceso dopo la pausa invernale di manutenzione. Così riprenderanno gli scontri protonici, mentre i computer analizzeranno i dati necessari da cui si svilupperà la definitiva conferma della scoperta.

Anche se la certezza non è stata ancora confermata, questo è un ennesimo successo della fisica italiana, a poco tempo di distanza dalla misurazione dei neutrini più veloci della luce.

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