Befana con vittoria per il Napoli

CalcioBefana con vittoria per il Napoli

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NAPOLI – L’Epifania tutte le feste porta via, recita un vecchio adagio. E con sé, quest’anno,trascina via anche l’amaro gusto della sconfitta, che si era impossessato del San Paolo, nelle ultime due apparizioni dell’anno passato.

Nella casa, fatiscente benché ricca di fascino, di Fuorigrotta, va in scena il derby del Sud tra il nostro Napoli e la Roma di Zeman. I giallorossi sono in crescita; prima del successo prenatalizio di Siena, invece, il Napoli era incappato in due sconfitte consecutive, Inter a Milano, e Bologna in casa (con i felsinei, tre giorni dopo, sarebbe arrivata anche la sconfitta e l’eliminazione dalla Coppa Italia).

Dopo le squalifiche di Grava e Cannavaro, e la partenza di Aronica (un grosso in bocca al lupo al siculo, che per 5 anni ha onorato la nostra maglia, sopperendo con ardore e grinta a doti tecniche non di primissimo ordine), Mazzarri ha gli uomini contati in difesa e, mantenendo fede al suo credo tattico, inserisce Britos centrale, a sinistra Gamberini e Campagnaro a destra. A centrocampo partono i titolarissimi, Maggio e Zuniga sulle corsie, Behrami e Inler centrali, Marek a fare da filtro tra mediana e attacco, dove Pandev viene preferito a Insigne, per far coppia con Matador. La Roma si presenta con l’impostazione tattica che è nel dna di ogni squadra allenata dal boemo.

La partita è subito vivace: dopo tre minuti il Napoli passa. Pandev approfitta della difesa ‘alta’ della Roma e con una perfetta verticalizzazione mette Cavani a tu per tu con il numero uno romanista: l’uruguaiano non perdona. Si intuisce subito che la partita sarà bella, spettacolare, emozionante, tant’è che appare strano che la prima frazione si chiuda con la sola rete del nostro attaccante.

La ripresa inizia come il primo tempo: accelerazione azzurra, Marek per Zuniga, palla bassa in area, si ostacolano Pandev e Balzaretti, sul pallone si fionda Cavani, che con un leggero tocco di esterno destro lo porta avanti, e in una frazione di secondo si gira, calcia con il sinistro e beffa l’estremo romanista. Un gol che, al di là un pizzico di fortuna evidenzia furbizia, tecnica, rapacità, talento, senso del gol. Morgan si supera in almeno due occasioni, compiendo quelle parate straordinarie che da un po’ non realizzava, e conservando il doppio vantaggio. Al 70° Cavani su angolo fa la sua settima tripletta in maglia Azzurra, che gli vale la sedicesima rete in campionato. Marziano, anche perché il Matador con la Roma segna di destro, di sinistro e di testa: repertorio completo. Osvaldo accorcia le distanze, prima che Pjanic lasci la squadra capitolina in 10. In due occasioni Bradley sfiora la rete dell’incubo, bravo in una circostanza Morgan. La Roma non demorde, ma è il Napoli nel finale con Maggio, imbeccato splendidamente da Mesto, a chiudere la partita.

Vittoria meritata, forse troppo ‘larga’ nel punteggio. Alla squadra del boemo, elogiato con uno striscione dalla Curva A per le sue lotte antisistema, va riconosciuto un gioco veloce e spettacolare, costantemente proiettato alla fase offensiva, che spesso però mal si coniuga con il verbo vincere. Al nostro Napoli il merito di aver sfruttato le alchimie tattiche del boemo; e ha fatto bene nel dopopartita il nostro mister a prendersela con alcuni soloni dei salotti televisivi, che avevano ridotto la vittoria partenopea a due fattori: fortuna e Cavani. La fortuna è componente fondamentale nel calcio, Cavani è l’implacabile finalizzatore di un gioco che è collettivo.

Domenica ha vinto Mazzarri che ha impostato bene la partita, che ha scelto il macedone, ideale con le sue giocate per spazzar via la fragile linea difensiva romanista. Domenica ha vinto Morgan tornato ai suoi livelli, hanno vinto i tre difensori bravi a reggere l’offensiva giallorossa, hanno vinto Cristian e Zuniga tornati a volare sulle corsie, hanno vinto uno straordinario Behrami, un discreto Inler, un attento e sempre elegante Marek, un intelligente Goran. Domenica, ed è quello che conta, ha vinto il Napoli.

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