Cultura in crisi: Musei gratuiti solo la prima domenica del mese

CulturaCultura in crisi: Musei gratuiti solo la prima domenica del mese

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La nota iniziativa della “settimana della cultura”, che prevedeva l’ingresso gratuito nei musei italiani per una settimana intera, è ormai storia vecchia. Da quest’anno si potranno visitare liberamente i 419 musei statali italiani soltanto la prima domenica del mese. La crisi ha bastonato ancora una volta la cultura: “non si possono fare saldi in piena stagione” ha spiegato la direttrice generale della Valorizzazione del Patrimonio culturale del Mibac, Anna Maria Buzzi. La decisione di eliminare l’iniziativa delle visite  gratuite ai musei è stata presa in seguito ai risultati di un’indagine on line realizzata dagli uffici della Buzzi stessa. Tale indagine, intitolata  ‘Il museo che vorrei’, ha messo in evidenza che circa il 75,96 per cento degli intervistati sarebbe d’accordo sul biglietto d’ingresso a pagamento per i luoghi della cultura; mentre invece secondo il 57 per cento il prezzo del biglietto non è del tutto adeguato rispetto all’offerta dei musei.

Ad ogni modo si stanno valutando forme alternative di promozione ai musei: a San Valentino c’è la formula ‘entri due paghi uno‘;  inoltre si sta valutando di lasciare l’ingresso libero una sera al mese. Anna Maria Buzzi annuncia che la sua sarà una rivoluzione, fatta da una serie di proposte che sottoporrà al ministro. “Col tempo penso anche ad una revisione della politica dei prezzi. Con la possibilità di reintrodurre il pagamento del biglietto per gli over 65, magari ridotto come succede in tutti gli altri paesi europei, allungando invece ai 29 anni di età la riduzione dei giovani, che sono a tutti gli effetti la fascia più debole” afferma il dg di valorizzazione, aggiungendo poi che “La crisi c’è, ma a pagare sono state soprattutto le realtà minori, spesso ad ingresso gratuito. Per noi è anche il segnale che la gente punta all’eccellenza e vuole un museo migliore e più efficiente anche se c’è da pagare il biglietto”.

Dati che sembrano essere in contrasto con la realtà pratica dei fatti, che vede un crescente malcontento soprattutto da parte dei giovani studenti italiani, i quali lamentano una scarsa agevolazione ed attenzione nei loro riguardi che impedisce loro un accesso facile ai luoghi della cultura. Ma si tratta di opinioni lasciate al vento, non messe su carta, per cui i dati rilevati dalla Buzzi finiscono per avere la meglio, a tutto scapito del reale bisogno di una cultura più fruibile ed accessibile. Basterebbe farsi un giro nelle università italiane, intervistare i ragazzi che ogni anno fanno sacrifici per racimolare un pò di denaro che gli permetta di viaggiare e scoprire il patrimonio artistico e culturale europeo. Gli stessi giovani che magari non hanno mai messo piede in un museo nazionale italiano. Escludendo le eventuali pigrizie personali del caso, ovviamente, c’è un generale disinteresse verso i giovani da parte delle istituzioni culturali italiane, il cui compito dovrebbe invece essere quello di investire risorse intellettuali e materiali per spronare ed invogliare a scoprire il patrimonio culturale nazionale.

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