Lazio Napoli: pari prezioso, ma non per tutti i tifosi partenopei!

CalcioLazio Napoli: pari prezioso, ma non per tutti i tifosi partenopei!

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LAZIO NAPOLI – Non male essere usciti indenni dall’Olimpico di Roma, essere rimasti nella scia della capolista, conservando il vantaggio sui capitolini biancocelesti. Eppure, c’è una fetta, assolutamente non minoritaria, di scontenti. Preferisco ignorarli; ricordino solo, lor tifosi, che passa una non sottile differenza, tra il Nostro Napoli, e il Barca, il Real, lo United, il Bayern, senza dimenticare City, Psg. Non cito squadre italiche (benché abbiano maggiori e consolidate tradizioni verticistiche, e siano più abbienti) perché, ne siamo consapevoli o meno, in patria, il Napoli è tra le ‘top’.

Due precisazioni prima di andare all’Olimpico, onde evitare facili ‘attacchi’: la crescita del Napoli è tutt’altro che conclusa e sappiamo bene che certi step sono lungi dal essere compiuti. Essere tra le ‘top’ non significa necessariamente vincere, o vincere ‘solo’ la coppetta, ma ‘anche’ lottare, emozionarci, rabbrividirci, dire la nostra. A dicembre scrissi ‘stufato di Napoli’, quella ‘stanchezza’ nasceva proprio dalla certezza di ‘conoscere’ il reale valore di questa squadra, e dal vederlo ‘sprecato’. Un potenziale finalmente ora ‘espresso’. Dove ci porterà, lo scopriremo ‘solo tifando’, sostenendo e anche criticando (senza preconcetti e senza personalismi) i nostri colori.

A Roma, sponda laziale, affrontavamo la terza forza del campionato, reduce da due sconfitte, ma tutt’altro che decisa a mollare. E i primi 25 minuti di partita sono stati un autentico calvario, per il nostro Napoli, schiacciato dalla prepotenza e dalla maggiore cattiveria delle aquile. Sembriamo un pugile messo nell’angolo, costretto a subire martellanti colpi, uno dei quali va a segno. Floccari regala un meritato vantaggio ai suoi. Il colpo potrebbe apparire quello del KO; ma la squadra, pian piano, si riprende. Cavani viene anticipato di un soffio da Lulic, e lo stesso Matador con una bordata di testa coglie una traversa, che va a impattare quella di Floccari. L’aspetto positivo è aver limitato i danni, e aver dimostrato di esser ‘vivi’, benché tramortiti.

A inizio ripresa i presagi nefasti dei primi 25 minuti sono ormai un ricordo. La Lazio è però squadra compatta, concede poco, e sa colpire come poche altre. Il forcing partenopeo è veemente, e viene premiato a due minuti dal triplice fischio: Hugo da un angolo di El Kaddouri con un colpo ‘acrobatico’ batte Marchetti e ci regala il boato dei 7000 partenopei. Da brividi. I minuti finali potrebbero trasformarsi in ‘sogno di una serata romana’, ma anche in ‘incubo di una notte di inverno’. Goran tira su Marchetti, Floccari sulla traversa, e finisce in parità.

Partita vibrante, con una Lazio che nei primi 25 minuti ci ha asfaltato, ma che ha poi subito la nostra reazione. Partita divertente, aperta a qualsiasi risultato, e conclusasi con un pari, che accontenta soprattutto il Napoli, ma non tutti i suoi, inflessibili tifosi.

Prima di ‘allontanarci’ nuovamente dallo stadio della Capitale, una velocissima disamina sui singoli: male Morgan nei rinvii e nelle uscite, bene nei pali. Brutta la prova di Paolo, ma inutile ora crocifiggerlo, sufficiente Gamberini. Migliore in campo Hugo, non solo per il gol. Inler dopo un orribile primo tempo, si sveglia nella ripresa; quasi sufficiente Berhami. Prova incolore di Mesto, discreta di Zuniga. Marek a tutto campo, come il Matador. Goran fa un lavoro sporco, ma è Insigne a dare la scossa: merita un’occasione da titolare.

Rush finale dedicato ancora al popolo partenopeo: due le considerazioni. Smettiamola di autoflagellarci, e sull’addio di Cavani, e sull’assurdo concetto del vincere ora o mai più. Siamo nel vivo di un’autentica cavalcata, di un momento della stagione decisivo, e cosa decidiamo di fare? Chiederci se il Matador resta o andrà via! Assurdo, ridicolo, stupido. Perché ‘fasciarci’ la testa prima, perché dar adito a polemiche, tensioni, proprio ora? A giugno vedremo. peraltro le squadre in grado di metter sul banco così tanti milioni, sono poche, pochissime, forse una, due.

Altra assurdità tutta figlia di una ‘dipendenza’ mediatica, e di una perenne incapacità di ‘emergere’, di affrancarsi dal proprio respiro vittimistico e dalla propria eterna missione da piccolo ‘cabotaggio’, è quella dell‘ ‘ora o mai più’. Se non si vince ora, non vinceremo mai, ma dove l’avete-l’abbiamo letto? Perché sottovalutarsi, perché non credere nelle proprie capacità? Perché rischiare di rompere il nostro giocattolo? Ragionando un sol secondo, si scopre che queste domande non hanno senso, e gli unici effetti che possono procurare sono per noi devastanti. Quindi… sveglia partenopei, impariamo ad amarci, e a ‘crederci’, e non solo negli aspetti a noi storicamente e culturalmente riconosciutici…

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