Servillo al cinema Astra di Napoli

CinemaServillo al cinema Astra di Napoli

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Il cinema Astra di Napoli, sito in Via Mezzocannone, in pieno centro storico partenopeo, in collaborazione con l’ArciMovie, ha ospitato ieri sera la proiezione di ‘394 trilogia nel mondo’ di Massimiliano Pacifico, un’opera che documenta l’avventura della tournèe internazionale di ‘Trilogia della villeggiatura’ di Carlo Goldoni , diretta e interpretata da Toni Servillo e prodotta insieme da Teatri Uniti e Piccolo Teatro di Milano. 394 è il numero di recite che Toni Servillo con la sua compagnia ha portato in giro per il mondo, da Foggia a New York, passando per i più grandi palchi che hanno fatto la storia del teatro fino a piccole sale con pubblici sonnecchianti. 394 serate fatte di applausi scroscianti e calorosi o silenzi imbarazzanti,perché come afferma lo stesso Servillo “il teatro sa essere fonte di grande soddisfazione…e insieme di enorme frustrazione”.

Toni-Servillo

La proiezione del docu-film è preceduta e poi chiusa da una conferenza che ha più il tono di un dialogo con il pubblico, contornato da battute e qualche risata di gusto. Un Toni Servillo sempre affabile, con il suo innato carisma e la dialettica raffinata conversa con il pubblico, descrivendo il suo viaggio teatrale e il lavoro che vi è dietro e raccontando con trasporto la passione per il suo mestiere. ‘394 trilogia nel mondo’ tiene il pubblico incollato allo schermo per 56 minuti, durante i quali viene ricostruito l’itinerario di un viaggio che tocca, fra le tante città, Berlino e Mosca, Parigi e New York, Madrid e Instanbul.

Non solo un film sulla recitazione, sugli attori e dunque sul teatro, ma anche il vivace racconto di un’esperienza speciale, attraverso un confronto intenso e talvolta divertente con luoghi, culture e stili di vita diversi. L’occhio di Pacifico ha colto tutto questo con maestria, confezionando un racconto che scorre fluido e appassiona lo spettatore. Servillo rapisce, con gesti, parole, racconti ed espressioni. Il teatro approda sul grande schermo in tutta la sua forza e universalità, in una felice fusione delle due arti che regala al pubblico un raro squarcio di cultura e bellezza. Il Servillo uomo, prima ancora che attore, viene messo a nudo nella sua essenza di lavoratore sempre con la valigia pronta, uomo alla scoperta del mondo, animale da palcoscenico che vive il teatro come proprio habitat naturale e che pertanto considera  il cinema solo “una parentesi, un’avventura meravigliosa, ma il teatro invece si mischia con la vita dell’attore”. Il messaggio che ci lascia infine il maestro Servillo è insieme semplice e poetico: “Il teatro è solo una piccola parte della vita; una piccola parte che dovrebbe servire ad illuminare le intelligenze e scaldare i cuori”.

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