Dopo il metodo di Bella ecco la Crm197: l’anticancro bocciato in Italia

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Metodo Di Bella e Crm197 – Si parla tanto di lobby, ma poco si fa per impedire l’assurdo strapotere di questi gruppi nei vari settori della società civile. Ancora più grave è la situazione quando queste organizzazioni operano nel mondo scientifico-sanitario, impedendo lo sviluppo e la crescita di numerose e importanti scoperte, boicottandone la cosiddetta sperimentazione ufficiale. Sono in pochi, mass media e giornalisti, disposti a parlare di questi casi e di favorirne la conoscenza ad un pubblico più ampio. Meritevole è l’impegno di Gioia Locati, che dalle pagine del Giornale combatte contro gli abusi della medicina ufficiale che tanti danni ha provocato.

Crm197 contro il cancro

Come dimenticare le azioni di sabotaggio ai danni del Metodo di Bella? Eppure, in tanti continuano ad utilizzare questa cura, e non pochi “addetti ufficiali”, hanno deciso di confermarne la bontà e la validità di questo metodo. Siamo sicuri che non mancheranno le critiche, soprattutto di quei pseudo ricercatori e dottorandi dalla raccomandazione facile che invadono i nostri atenei.  E allora è il momento di parlare di una nuova scoperta made in Italy, la proprietà antitumorale del Crm197, una molecola derivata della tossina difterica  e che in Italia, guarda caso, è stata giudicata inefficace, mentre nel progredito e sviluppato Giappone è sperimentata con successo.
Sono giunte le prime conferme sull’impiego della molecola nel trattamento del tumore ovarico metastatico, e la sperimentazione di fase II si concluderà alla fine del 2014. Dalla sperimentazione giapponese si evince che  non è tossica e  provoca una reazione immunitaria nell’organismo.  In questo caso, la molecola si aggancia al recettore HB-EGF che si evidenzia nelle cellule neoplastiche, tra le quali quelle dei tumori ovarici. In questo modo la massa tumorale diventa evidente ed è aggredita  dagli anticorpi.

In Giappone lo studio su questa molecola è del professor Uchida,  mentre si dimentica che è stato  Silvio Buzzi a intuirne le proprietà anticancro usandola per primo sui malati oncologici. In Giappone la sperimentazione va avanti dal 2009.     In seguito ai risultati ottenuti, i giapponesi hanno chiesto il brevetto del Crm197 anche come antitumorale per stomaco, pancreas, tratto gastroenterico, cavo orale e pelle.
Nel suo libro “Il talco sotto la lampada” Silvio Buzzi ci racconta che spesso, le grandi scoperte, nascono da un’intuizione. Da quel momento iniziano i suoi esperimenti sulla tossina difterica bollita.  Come evidenziano i suoi familiari, il Crm197 contiene una parte tossica che si inattiva ad alte temperature, e un’altra che si aggancia alle cellule dei mammiferi attirando a sè tutte le difese immunitarie. Silvio Buzzi pubblica i suoi lavori scientifici su riviste specializzate come  Lancet, Cancer Research e Cancer Immunology.  Non mancano amici e parenti disposti ad offrirsi come volontari per sperimentare l’immunoterapia con CRM197.  Come racconta la filgia dello scienziato italiano “uno zio di mia mamma con tumore alla gola fece l’intervento e rifiutò la chemio, provò la tossina modificata e, oltre a guarire completamente, non si riammalò più”. In quei casi si riscontrò la remissione o  il rallentamento della malattia.     I giapponesi denominarono Crm197 la tossina modificata e anzichè bollirla, i ricercatori nipponici la privarono di un aminoacido:  il risultato  era sempre lo stesso, si perdeva la tossicità e restava il potere immunitario.
Lo scienziato italiano non brevettò la scoperta, però esiste un Crm brevettato, la Novartis lo inserisce nei vaccini della prima infanzia in piccole quantità per renderli più efficaci.

Stando al racconto della figlia riportato da il Giornale, lo stesso Buzzi chiese alla Novartis di  poterne disporre per i suoi esperimenti. L’azienda ha sempre regalato piccole dosi di Crm197 allo scienziato italiano che le usava in laboratorio e su conoscenti ammalati, ormai abbandonati dalle terapie convenzionali. Come per il Metodo di Bella, anche in questo caso la sperimentazione ufficiale disposta dal ministero viene valutata in modo critico, definendo  la terapia incapace di offrire beneficio, evidenziando effetti collaterali da “dose massima. La famiglia Buzzi, ha evidenziato che anche in questo caso non erano state rispettate le indicazioni del padre riportate su Lancet, “nelle immunoterapie le dosi non vanno aumentate”.

Forte il rammarico della figlia di Buzzi che evidenzia che non ci fu rispetto del protocollo applicato dal padre né negli schemi né nelle dosi somministrate che, in particolare nelle terapie immunologiche (come i vaccini), non vanno incrementate nel tentativo di aumentare l’efficacia (come può succedere con la chemioterapia).       Come nell’episodio per la sperimentazione Di Bella, i verdetti dell’Istituto superiore di Sanità, bollati e controfirmati, hanno avuto più forza della voce dei malati.    Intanto, in Giappone la sperimentazione del Crm197 in oncologia va avant.

Intanto, la Fondazione Buzzi si è concentrata sugli studi di Silvio Buzzi che evidenziano come il Crm197 possa essere utilizzata come arma contro la placca aterosclerotica. Il lavoro, su malati in osservazione dal 2000, fu pubblicato su Therapy nel 2007.

Per capire ciò che è accaduto, basta rileggere un brano dello scienziato italiano tratta dal suo libro:

Se un’idea non ha una nascita illustre nei quartieri più aristocratici e non è figlia legittima di genitori di razza, sbuca imprevista in un luogo umile e oscuro, ha un genitore soltanto e anche privo di referenze, è praticamente figlia di ignoti. In condizioni così precarie la neonata potrà sopravvivere e svilupparsi nonostante la lontananza da quel naturale seno materno che è un grande istituto? La comunità scientifica che si dichiara sensibile al miglioramento della vita dell’uomo, che cura la rapida diffusione dell’informazione nel mondo, che si dice libera da pregiudizi, avrà orecchi per intendere una flebile voce che chiama fuori dal tempio?

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