Yara Gambirasio: messaggio dall’ospedale di Roh, forse un mitomane

CronacaYara Gambirasio: messaggio dall'ospedale di Roh, forse un mitomane

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YARA GAMBIRASIO – Qualche giorno fa in una cappella ricavata dall’interno dell’ospedale di Roh, vicino Milano, il cappellano, Don Antonio Citterio, 63 anni, ha avvertito le forze dell’ordine per un messaggio lasciato sul libro dei fedeli, un libro sul quale chiunque può scrivervi un pensiero o un desiderio. E il messaggio in questione è stato scritto in maniera chiara e con una grafia appartenente ad un adulto, recitava così:

Chiamate la polizia di Bergamo perchè da qui è passato l’assassino di Yara Gambirasio, che Dio mi perdoni.

L’uomo, autore di queste parole, si spaccia per l’omicidio della 13enne scomparsa da Brembate Sopra, in provincia di Bergamo, il 26 novembre del 2010 e trovata morta tre mesi più tardi in un campo di Chignolo d’Isola, a pochi chilometri di distanza. Dunque sono stati fatti tutti gli accertamenti del caso e la cappella è stata chiusa per un’intera giornata affinché la scientifica potesse rilevare tracce e impronte, comprese quella del cappellano e di coloro che collaborano con lui. Al vaglio anche tutte le registrazione della telecamere di sorveglianza dell’ospedale. che in qualche modo avrebbero potuto immortalare il ‘presunto’ killer mentre entra o esce dalla cappella.

Tuttavia sono state avanzate tante ipotesi e a questo punto ogni indizio va esaminato, qualsiasi esso sia, pur di dare giustizia alla povera Yara. Si è pensato anche ad un mitomane e pare che proprio in queste ore la polizia di Bergamo sia sulle tracce di un uomo, un certo Mario.

Precisiamo che Mario in realtà n on è il suo nome, questa persona ha cercato di mettersi in contatto con Don Citterio dopo quel messaggio e lo ha fatto lasciando una lettera sotto lo zerbino di casa sua, martedì 6 agosto, e infine avrebbe anche chiamato da una cabina telefonica alla portineria per accertarsi che la lettera fosse arrivata a destinazione. I fogli portano la firma di un certo Mario, come riporta il quotidiano ‘L’Eco di Bergamo’.

Tuttavia questa persona avrebbe insistito particolarmente nel telefonare il cappellano, che sarebbe stato scelto come ‘tramite su cose delicate’. Proprio questa insistenza fa supporre che si tratti di un mitomane e nel frattempo l’ospedale è controllato assiduamente dalle forze dell’ordine, gli inquirenti analizzano tutte le telefonate in entrata e spostano le indagini anche sui familiari dei pazienti o di chi abbia usufruito del day hospital in questi ultimi giorni.

Alcune frasi pronunciate da Mario al telefono sono: “Mi chiamo Mario, sono stato io” – aveva detto la mattina del 7 agosto all’addetto in portineria – “Sono malato di cancro. Sono io l’autore del messaggio in chiesa su Yara. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera”.

Intanto Enrico Pelillo, il legale della famiglia Gambirasio, ha dichiarato:

Siamo contenti della solerzia della magistratura per l’attenzione a ogni vicenda legata a questo caso, anche se non ci facciamo troppe illusioni. Di mitomani ne abbiamo già visti parecchi

E’ tutto ancora da verificare ma da quanto si apprende, attraverso alcuni quotidiani on line, sembra che stamattina, l’uomo, si era presentato nella redazione de “L’Eco di Bergamo” dichiarando di voler fornire la propria versione dei fatti, ed è stato subito intercettato e fermato dalla polizia all’uscita. Non sono state ancora diramate le generalità di questa persona, ma dalle prime informazioni si tratta di un sessantenne con residenza a Bergamo, e secondo gli inquirenti si tratta sicuramente di un mitomane.

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