Gian Maria Volonté, 20 anni fa moriva il simbolo dell’attore impegnato

CinemaGian Maria Volonté, 20 anni fa moriva il simbolo dell'attore impegnato

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Gian Maria Volonté è stato un attore e sceneggiatore italiano. Morto all’età di 61, 6 dicembre 1994, si è distinto per il suo modo di vivere il cinema. La scelta delle pellicole era dettata dal fatto che ogni film dovesse esprire una funzione politica ben precisa. Un interprete versatile e molto amato dal pubblico, è morto in Grecia, per un infarto, impegnato sul set del film “Lo sguardo di Ulisse”. 

Volonté-Indagine

E stato sempre un esempio di etica e moralità. Recitare per lui non era solo un mestiere, ma impegno sociale e divulgativo tanto che nel 1968 all’apice della sua popolarità, decise di abbandonare il set del film “Metti una sera a Cena, di Peppino Patroni Griffini, con la motivazione: “Non voler diventare strumento nelle mani di persone che perseguono interessi che non sono i miei”. E nello stesso anno, tuttavia, rinunciò ad un altro contratto da 250 milioni di lire, offerti da Dino De Laurentiis per interpretare quattro film.

Camaleontico nei suoi ruoli, impossibile non ricordare alcune straordinarie interpretazioni. Da “Banditi a Milano” (1968) a “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (1970), a “La classe operaia va in Paradiso” (1971), di Elio Petri. E poi ancora  “Sacco e Vanzetti” (1971),  “Il caso Mattei” (1972) e “Il caso Moro” (1986). Inoltre è stato forse l’unico attore a interpretare due volte il personaggio di Aldo Moro, ufficialmente solo una: in “Todo Modo” lo “richiama” soltanto, era lo stesso che si candidava per il Partito comunista italiano alle elezioni del 1975. Salvo poi venirne espulso per aver aiutato Oreste Scalzone nella sua fuga in Francia.

Nato il 9 Aprile del 1933 a Milano da Mario Volonté, milite fascista, che nel 1944 fu al comando della Brigata nera di chivasso; la madre Carolina Bianchi, invece, apparteneva alla Milano bene. Tuttavia trascorre un’infanzia all’insegna della precarietà economica, causata in parte dall’arresto del padre, morto poi suicida o forse per percosse ricevute in carcere. Mario Volonté si trovava incarcerato con l’accusa di aver ordinato la fucilazione di alcuni partigiani.

Gian Maria Volonté abbandona gli studi a 14 ani di età per trovare il suo primo impiego e aiutare la madre. Lavora infatti in Francia, raccoglie mele, fino a quando ritorna in Italia dove vive però di espedienti. Ad un certo punto però incomincia ad appassionarsi alla letteratura: ama Camus e Sartre. Inizia così a frequentare il mondo del teatro come guardarobiere, poi frequenta l’Accademia di arte drammatica, poi la TV e infine il grande balzo verso il mondo del cinema. Senza però dimenticare da dov’era partito, Volonté rimane l’esempio di attore impegnato!

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