Cassandra dell’informazione: Oriana Fallaci presagì stragi Isis

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Oriana Fallaci presagì gli attacchi IsisFu lei stessa a definirsi la “Cassandra dell’Informazione” ma i meno “informati”, i ciechi, l’accusarono e cercarono di processarla per tutto ciò che aveva detto o addirittura, oggi, presagito. Si perché Oriana Fallaci, la giornalista, report e scrittrice Fiorentina, all’indomani dell’attacco dell’11 settembre, in qualche modo, preannunciò quello che è accaduto alla Francia, ieri, 13 novembre, durante la strage di Parigi e quello che poi dovrebbe accadere all’Europa intera, soprattutto all’Italia.

Gli articoli di Oriana Fallaci pubblicati dal Corriere della Sera, nel 2001, il giorno dopo l’attacco alle Torri Gemelle, fanno quasi rabbrividire. Con le sue crude parole, la Fallaci, descrive perfettamente quello che oggi sta accadendo in Italia e quello che è avvenuto in Francia. Dopo quelle parole l’Oriana fu attaccata in maniera molto dura e accusa di razzismo-religioso e xenofobia. E oggi in molti si chiedono se dietro quelle parole non si nascondeva razzismo, ma solo una verità lungimirante che da li a 14 anni si fosse materializzata soprattutto dopo che Roma insieme a Londra e Washington, poche ore fa, è stata minacciata dall’Isis. E’ il caso di avere paura e di credere alle parole di Oriana Fallaci? Sarebbe meglio prendere delle misure di sicurezza drastiche e non intervenire dopo a “Portone rubato… porta di ferro“.

Ecco ciò che scrisse Oriana Fallaci dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 prevedendo cosa sarebbe accaduto al resto del mondo:

Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia». Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell’Apocalisse dell’evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l’Orgoglio. Continuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L’Apocalisse. I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l’accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l’accusa di vilipendio all’Islam cioè reato di opinione. Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic «plebaglia-di-destra». E sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole. Guerra-all’Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell’Europa, Sveglia-Italia-Sveglia.

Il nemico è in casa

Continua la fandonia dell’Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un’esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be’, il nemico non è affatto un’esigua minoranza. E ce l’abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l’automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell’umanitarismo e dell’asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l’Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all’imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l’Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l’esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.

Le frasi di Oriana Fallaci sono diventate un trend anche sui social network, in particolare Twitter che ora vede il presagio ovunque a partire: “Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani“.

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