Lettera ai terroristi di Antoine Leiris: un inno all’Occidente libero

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Lettera ai terroristi. Ieri sera a “Che tempo che fa” Fabio Fazio insieme al giornalista Massimo Gramellini, conclude la seconda parte di una rubrica dedicata ai fatti accaduti a Parigi lo scorso 13 novembre: si tratta di una rubrica che divide coloro che considerano gli essere umani come simboli e chi li considera come persone. Partendo da questo punto di vista, Gramellini, legge una lettera che ha già riportato qualche giorno fa su La Stampa. E’ di Antoine Leiris la lettera ai terroristi, un uomo reso vedovo dalla strage del Bataclan lasciandolo solo e con un bambino di appena 17 mesi.

Lettera ai terroristi letta da Massimo Gramellini

La lettera ai terroristi che Antoine ha scritto sul suo profilo Facebook racconta della moglie che era andata con le amiche al concerto del Bataclan mentre lui era rimasto a casa per occuparsi del bambino piccolo, perché “Anche questa – dice Gramellini – è una delle grandi conquiste dell’occidente“. E così per Massimo Gramellini è giusto leggere questa lettera in pubblico perché “Indica quanti secoli ci siano voluti per scrivere una lettera come questa. che secondo me contiene tutte le cose che l’Occidente, secondo me, nonostante i suoi difetti e i suoi problemi, rimane il mondo in cui siamo contenti di vivere“.

Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale vi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Allora no, non vi farò il regalo di odiarti. Ve lo meritereste, tuttavia rispondere all’odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Ma avete perso. L’ ho vista stamattina. Alla fine, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita quel venerdì sera, bella come quando mi sono innamorato di lei dodici anni fa. Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei sarà con noi ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui non voi non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Pertanto non ho più tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, deve fare la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo bambino vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, non avrete neanche il suo odio

Antoine Leiris

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