Lady Oscar, la sua morte e l’anniversario della Rivoluzione Francese

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Per la storia oggi è una data memorabile. Il 14 luglio del 1789 cade il simbolo dell’Ancien Régime. Inizia la Rivoluzione Francese con la presa della Bastiglia. Il popolo parigino, un popolo coraggioso, che troppo spesso stiamo li a giudicare “troppo raffinato”, da quel giorno in poi ha mantenuto fede alla propria ribellione. Come da prassi, ad ogni manovra non gradita da parte del governo o delle autorità, scende in piazza, e fa sentire la sua voce.

La morte di Lady Oscar: anniversario rivoluzione francese

Questa giornata è tuttavia importante per tutto il mondo. E come ogni vicenda ognuno di noi sceglie un ricordo in cui rifugiarsi che può essere un romanzo, una poesia, un quadro o semplicemente un anime. La generazione dei giovani anni ’80 e ’90, appassionata di anime giapponesi, non potrà fare altro che collegare questa data ad uno dei cartoni animati più belli di sempre: “Lady Oscar”.

L’anime, dal successo mondiale, è entrato nel cuore di grandi e piccini e questa data segna anche la morte del comandante delle guardie del re, che il 14 luglio del 1789 prese d’assalto la Bastiglia. Lady Oscar, nonostante l’amore profondo che provava nei confronti della Regina e amica Maria Antonietta di Francia, si schierò a favore del popolo che soffriva da troppo tempo la fame per assecondare tutti i vizi dei reali.

La storia. Andato in onda per la prima volta nel 1982 su Italia 1, Oscar era la sesta figlia femmina del generale De Jarjayes che decise di allevarla come un maschio tanto che la “Rosa di Versailles” diventò la guardia del corpo della futura Regina di Francia. Energica, determinata e battagliera dalla bellezza sfolgorante, riuscirà a vivere solo alla fine l’amore con il suo André, che l’ha aspettata una vita intera prima di morire a causa di una pallottola vagante.

Nonostante l’ambiguità del personaggio, una donna in abiti da uomo, Lady Oscar è stato un modello di femminilità per intere generazioni di donne e ancora oggi, il successo del personaggio ideato da Riyoko Ikeda dura inalterato negli anni. I suoi lunghi capelli biondi, perennemente mossi dal vento, e gli occhi grandi e celesti, simbolo di trasparenza e purezza d’animo, hanno segnato la personalità e il destino dell’eroina, la più grande spadaccina donna che la Francia abbia mai conosciuto. Malinconia nello sguardo, e un sorriso a metà, Lady Oscar è scintillante come la sua spada e bella oltre ogni definizione come ogni oltre definizione è la forza nelle braccia e nel combattimento. Questi sono solo alcuni degli ingredienti che hanno reso celebre il fumetto più di 40 anni fa e l’anime circa 30 or sono.

Complice, almeno in Italia, del successo della spadaccina bionda è stata anche una colonna sonora strepitosa, nonostante i cambiamenti. Vi ricordate la sigla iniziale negli anni ’80? La serie intitolata “I cavalieri del Re” era caratterizzata da una sigla bellissima di Riccardo Zara. Negli anni ’90, invece, la serie cambia nome come la sigla: “Una spada per Lady Oscar“. Forse questi in pochi lo sanno, ma inizialmente veniva cantata sia da Cristina D’Avena che da Enzo Draghi dei Bee Hive. Poi col passar del tempo continuò a cantarla solo la D’Avena.

Ma la nostra eroina non è solo un anime o una bella canzone. Dietro al manga di Lady Oscar si cela molto di più. Filosofia e psicologia della donna, costretta a vivere come un uomo, si intrecciano in un tutt’uno e pulsano all’unisono nonostante i tentativi di Oscar di reprimere la propria natura. Da un lato non capisce le donne, perché non capisce se stessa, e dall’altro erige un muro tra se e l’altro sesso. L’unico amico che accetta di tenere accanto è André. L’amico d’infanzia che lo vede come lei, asessuato, capace di reprimere le emozioni adolescenziali per via dell’educazione che le è stata inculcata e la “missione” che è tenuta a svolgere nei confronti di Maria Antonietta. La verità è che Oscar Francois de Jarjayes è più donna di qualunque altra proprio perché gli è stata vietata la possibilità di esserlo non fino in fondo, ma apertamente, alla luce del sole. Perché Oscar è stata la donna, più donna, che la Francia abbia mai avuto.

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