“Elogio alla dolcezza”: è la vera forza che ci salverà dall’egoismo della nostra società

Perché la dolcezza è una virtù in via d'estinzione. Studiarla e preservarla: l'unica in grado di salvarci da una società sempre più egoista.

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Lontano da facili lirismi, il saggio di Beatrice Balsamo è un inno alla dolcezza. Una virtù ormai rara ma che va preservata perché capace di generare leggerezza e di salvarci dall’egoismo che incombe tra i rapporti umani. Un egoismo, in gran parte, alimentato dall’isolamento al quale ci portano le nuove tecnologie.

"Elogio alla dolcezza": è la vera forza che ci salverà dall'egoismo della nostra societàÈ un tema essenziale quello della dolcezza e dei sentimenti che va studiato per recuperare la bellezza nel nostro tempo. Un sorriso gentile, una carezza e piccoli gesti di apertura verso il prossimo possono tenere lontano un karma negativo.

Purtroppo ferire è diventato sempre più facile. Soprattutto in questa epoca digitalizzata dove basta poco per iniettare un messaggio al veleno sotto le più svariate forme. Una frase, una foto, una canzone, un video.

Immagino le coppie che interrompono una relazione o anche una frequentazione. Le prime azioni, dopo la sofferenza necessaria, sono volte a recuperare il proprio equilibrio che è sempre più difficile trovare. Soprattutto a causa della devastazione e della totale assenza di privacy nei social. “Bisogna saperli usare” mi dice la coscienza, ma sfido chiunque ad essere così forte e a non curiosare nella vita dell’altro attraverso il display di uno smartphone.

Suona strano, ma da studi recenti è emerso che gli uomini soprattutto sono inclini alle ripicche e alle “frecciatine” digitali. Che diciamoci la verità, valgono meno di zero, ma non nel momento in cui l’altro si trova in una situazione di fragilità. Non esiste favola digitale che tenga: la fine di un rapporto prosegue con la “vendetta” on line, e in una epoca in cui le App di incontri sono il culmine massimo dell’intrattenimento, è il narcisista ad avere la meglio.

La conquista facile che nasce dall’immediatezza di questi strumenti lo rendono ancora più sicuro di sé, della sua bellezza, del suo fascino. Conquiste effimere, di poco conto, date dalla velocità di instaurare un legame e non dalla profondità dei sentimenti.

Il narcisista generato dalla tecnologia è poco propenso ai legami affettivi. Può essere anche colto da grande, grandissima passione, ma non dall’amore. Le figure femminili incrociate on line rappresentano solo una prova della sua capacità di sedurre o soggiogare. Spesso, anzi sempre, quando finisce una relazione si diverte a mettere l’una al corrente dell’esistenza dell’altra o comunque lasciare che nasca e cresca il sospetto che un’altra ci sia, perché la rivalità che si crea lo gratifica, la sofferenza che ne deriva lo lusinga, lo scopo finale è dunque quello di nutrire la sua autostima. Mi dispiace ammetterlo ma tanto più la sente nutrita se le sue “vittime” soffrono per lui.

E cosa c’entra la dolcezza in tutto questo? Le delusioni purtroppo sono inevitabili, si nascondono dietro l’angolo. Si dà fiducia a chi non la merita e l’amaro in bocca resta, ma nessuno ci obbliga ad essere delle spietate vendicatrici. Nella dolcezza c’è magia e non reagire a determinate provocazioni può rendervi più forti, mature e altruiste. Invece di perder tempo con soggetti “perditempo” (scusate il gioco di parole, ndr), lasciate uno spazio libero in quella parte del vostro cuore a chi quello spazio saprà in grado di conquistarlo.

Non temete di essere dolci, gentili e disponibili. Questi sentimenti o modi di essere non sono simbolo di vulnerabilità. È solo un pregiudizio originato da quetsa società per la paura di aprirsi all’altro. Molti interpreteranno la vostra disponibilità d’animo così: “Sono dolce, puoi farmi del male“. Lo so è rischioso, ma non bisogna temere. Il karma è come un boomerang, è la vera ruota del destino e dunque quando gira facciamo in modo che giri sempre in maniera positiva.

Charlie Chaplin scrisse: “Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza, abbiamo bisogno di dolcezza e bontà“. Suona potente la parola bontà, perché in fin dei conti è tutto ciò che cerchiamo nel prossimo.

Siamo tutti segnati da cicatrici in questo mondo. Per guarire bisogna alimentare meglio la nostra “intelligenza emotiva“. Non è necessario ferire per nutrire il proprio ego. Si può essere felici senza le piccole vendette. Perché dopo la vendetta c’è il nulla. A seguito di ripicche, digitali o concrete, conseguirà un grande vuoto che rimarrà solo ed esclusivamente all’autore di queste azioni.

Sarebbe da ipocriti rinnegare le macchine e tutte le moderne strumentazioni, anche perché se il messaggio di Chaplin è passato lo si deve solo al cinema. Bisogna tuttavia imparare a crescere con questi strumenti, senza farne un uso improprio volto alla mortificazione del prossimo.

E se proprio questi atteggiamenti, il narcisista digitale, sono in forte espansione, tu… “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa” cantava Dante nella Divina Commedia. Poggia il tuo sguardo luminoso e dolce altrove. Quando meno te lo aspetti un sorriso tra la folla sarà quello giusto, in grado di rapirti.

Questo mondo è meraviglioso se sappiamo come prenderlo! È meraviglioso quando riusciamo a circondarci delle persone giuste e siamo in grado di accettare il cambiamento. È meraviglioso perché ci fa dono di attimi di pura dolcezza, fosse anche solo quello di una madre che osserva il proprio bambino dormire beato. È meraviglioso perché c’è la tua migliore amica che in ogni momento è pronta a poggiarti una mano sulla spalla e a dirti “Sono qui per te, andrà tutto bene“.

Questo mondo è meraviglioso se allontaniamo il pregiudizio sulla dolcezza. Quella dolcezza che può essere uno squarcio di luce nel buio più profondo di certi sentimenti, delle delusioni e delle ferite che alle volte si rimarginano con gran fatica. E come scrive Beatrice Balsamo nel suo saggio “lievità, leggerezza, tocco, bagliore, richiamo“.

La dolcezza è un sentimento che sboccia attraverso i piccoli gesti e alimenta la bellezza. Quella bellezza che deriva anche dall’opportunità che il mondo ci offre di “non ferire”. Perché il segreto sta in questo: sono continue possibilità di saper accettare con gratitudine senza ricambiare con indelicatezza.

Non abbiate paura della vostra dolcezza, dissipatela a più non posso! Non vi renderà vulnerabili, anzi sarà per voi un’arma contro l’egoismo dei nostri tempi. L’istinto di preservare la dolcezza anziché distruggerla non è debolezza ma forza! Senza quell’istinto per cosa combatteremmo?

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