La Cassazione ha deciso che coltivare una piantina di marijuana sul balcone di casa non è reato, sostenendo che il fatto, nonostante il rigido orientamento normativo sugli stupefacenti, non ha portata offensiva. Con questa motivazione i supremi giudici hanno respinto il ricorso del procuratore generale della Corte di Appello di Catanzaro contro l'assoluzione di un 23enne sorpreso con una piantina di marijuana sul balcone di casa a Scalea (Cosenza).
In particolare la Cassazione fa riferimento a un principio giuridico che tira in ballo la necessità che il possesso limitato di piante o principi droganti sia in grado di procurare danni.
Infatti in questo caso, coltivare una piantina in un piccolo vaso sul terrazzo di casa con un principio attivo di 16 mg, è un comportamento che deve essere ritenuto del tutto inoffensivo e non punibile anche in presenza di specifiche norme di segno contrario. Non solo non è punibile alcun comportamento non previsto dalla legge come reato, ma non è punibile nemmeno il reato che non procura danni a nessuno.