Home Cronaca Giallo sulla parola ‘Bordello’: ad Arcore prostitute per accontentare il premier

Giallo sulla parola ‘Bordello’: ad Arcore prostitute per accontentare il premier

Lele Mora era l'arruolatore delle ragazze, Emilio Fede l'esaminatore e vagliava se erano disponibili sessualmente e a mantenere la riservatezze mentre Nicole Minetti era l'organizzatore economico e responsabile logistico.

 

Tutto per compiacere il loro beneamato premier, anche attraverso la mercificazione della fisicità della donna e di conseguenza della sua mortificazione e dignità.

 

Così il sostituto procuratore Pietro Forno e il pubblico ministero Antonio Sangermano parlano di 'Bordello', ma non per indicare che Arcore lo sia ma per ricordare "dei bordelli della legge Merlin, in cui c'era una precisa divisione dei compiti".

 

E' stato richiesto così il rinvio a giudizio per induzione a sfruttamento della prostituzione per i tre principali imputati nel caso Ruby.

 

Intanto il gup Maria Grazia Domenico ha deciso di accogliere la costituzione di parte civile di Ambra Battilana e chiara Danese, le due miss che spontaneamente hanno confessatto di aver partecipato ad una di queste feste il 22 agosto scorso. Si sono viste ledere la loro immagine per questo richiedono un risarcimento morale, visto che di conseguenze le sono state sottratte qualsiasi chance lavorative. Tuttavia anche Ruby potrebbe ricostruirsi un'immagine se si costituisse.

 

Ovviamente dura l'intervento di Niccolè Ghedini, deputato del Pdl e e avvocato di Berlusconi: "Le dichirazioni dei pm sono destituite di fondamento in palese contrasto con la realtà".