I nomi delle persone coinvolte non si fermano a Michele Adinolfi e Vito Bardi. Ora anche il capo di stato maggiore e il comandante interregionale per l'Italia meridionale potrebbero essere coinvolti nella rete 'Luigi Bisignani' e il mondo della Guardia di Finanza. Repubblica stamattina scrive che nell'inchiesta P4 probabilmente sono implicati altri ufficiali delle Fiamme gialle: nei sei verbali, in particolare quello reso al gip Giordano lunedì scorso vi è scritto "ballano i nomi di almeno altri due generali […] la cui posizione formale nell'istruttoria sarebbe già quella di indagati", per questo motivo è tutto ancora un segreto per volere dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio.
Si trova coinvolto anche a Marco Milanese, discusso assistente di Giulio Tremonti, il deputato Pdl ha detto ai magistrati che l'informatore di Luigi Bisignani era proprio Adinolfi il quale sarebbe stato messo al corrente delle indagini da un altro pezzo grosso della Guardia di Finanza, Vito Bardi, responsabile Gdf per il Sud Italia.
Un tramite impensabile è Pippo Marra, fondatore e capo dell'agenzia di stampa AdnKronos. Una vera e propria associazione a delinquere dell'informazione. Ora con i sospetti delle Fiamme Gialle, all'interno dell'inchiesta P4, è più facile capire la fitta rete di informazioni che giravano.
La questione è grave, non c'è bisogno di dirlo. Una destra che non si arrende mai spinge addirittura il consigliere del ministro a dare le dimissioni per "salvaguardare l'importante ufficio dalle polemiche sollevate da una doverosa testimonianza, in un momento così delicato per la stabilità economica e politica del Paese".
Tuttavia questo gran rumore ha indotto la procura di Milano ad indagare su operazioni effettuate l'anno precedente da lobbista dello stesso Milanese.