Il Cielo Sopra le due Berlino era dello stesso colore

editorialeIl Cielo Sopra le due Berlino era dello stesso colore

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" Nessuno ha intenzione di costruire un muro" . Mai parole furono più menzoniere di queste, pronunciate da Walter Ulbrich, capo di Stato della DDR e segretario del Partito Socialista Unitario della Germania. Menzoniere perchè il 13 agosto 1961 iniziarono i lavori per la costruzione di un muro per fermare l'esodo della popolazione che fuggiva da Berlino Est.

Un muro lungo 155 Km e alto tre metri che spaccava in due la città, violentandola. Un muro che ne ha viste di storie da raccontare fino alla sua caduta avvenuta ufficialmente il 9 ottobre 1990.

Storie di uomini, donne e bambini uccisi brutalmente mentre cercavano di sfuggire al grigiore di una vita da reclusi.

L'essere umano nella sua lunga storia ne ha avute di idee malsane, e ciò che è stato creato come fonte di protezione è diventato, con l'esperienza di Berlino, un enorme mostro che ha diviso una popolazione, ed è stato lì per anni, a ricordare, che la libertà di scelta non è per tutti gli uomini. Perchè se abitavi a Berlino Est potevi pagare con la vita la tua decisione di abbandonare quel settore della città e recarti dall'altra parte del muro, colpito mortalmente dai fucili delle guardie della DDR. Un muro come una moneta, due facce: il volto spento, monocromatico del lato controllato dall'Unione Sovietica e il volto colorato dai murales, ma comunque triste della Berlino Ovest.

Anche se gli uomini hanno diviso la terra, il cielo sopra le due Berlino è sempre stato dello stesso colore, e il muro è crollato. Oggi quella che una volta era la terra degli orsi, dopo la riunificazione è tornata ad essere una città viva, e grazie anche al forte carattere dei Tedeschi stà superando alla grande i decenni di separazione e le zone della città, che per la divisione erano diventate un deserto fatto di macerie e bossoli di proiettile, sono rinate come moderni esempi di urbanizzazione, e parti di quell'abominio si trovano ancora lì, come la sezione della East Side Gallery, per non dimenticare lo scempio, la violenza subita da un popolo.

Registi, cantanti, artisti, perfetti sconosciuti si sono ispirati alla tragedia del muro, e tra questi David Bowie, negli anni settanta, ha lanciato  il grido disperato dell'ultimo romantico sulla terra: in un mondo ormai distrutto il Duca Bianco cerca di implorare la sua ragazza a non andarsene ed a non scegliere strade più semplici, perché come dice lui nella canzone "We can be heroes, just for one day" (Possiamo essere eroi, solo per un giorno), e lo sfondo di "Heroes" è proprio il Muro di Berlino, ostacolo fra due amanti e simbolo della guerra fredda.

"Io, io posso ricordare (mi ricordo)
In piedi accanto al Muro (accanto al Muro)
E i fucili spararono sopra le nostre teste
(sopra le nostre teste)
E ci baciammo,
come se niente potesse accadere
(niente potesse accadere)
E la vergogna era dall'altra parte
Oh possiamo batterli, ancora e per sempre
Allora potremmo essere Eroi,
anche solo per un giorno."

Non solo l'amore tra due amanti, ma sopratutto quello tra popoli ha fatto in modo che il muro crollasse.

 

Saverio Capasso

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