E dopo mesi e mesi di guerra civile, la Libia assiste allo 'sgretolamento' del regime di Gheddafi durato ben 41 anni. Ricordiamo che la rivolta inizia a marzo appaggiota dai raid Nato dell'Unified Protector; la notte tra il 21 e martedì 22 agosto c'è stata la vera svolta che però non chiude definitivamente il capitolo Gheddafi. Tre missili lealisti provenienti da Misurata, gli spari nella città e bombardamenti della Nato, nonostante tutto, danno motivo ai ribelli di gioire.
Secondo il Telegraph, gli oppositori al regime tiranno hanno occupato il compound in cui Gheddafi si sarebbe nascosto, facendo anche ingresso nella dimora del Rais. Tuttavia nonostante questo sia un passaggio obbligatorio per tracciare il terreno della libertà, non è sicuro che alla fine della battaglia il Colonnello venga trovato. Gheddafi ha sempre dichiarato di voler rimanere in Libia, ma potrebbe cambiare anche idea e scappare attraverso una rete di tunnel che arriverebbe fino a luoghi chiave come l'aeroporto (ora occupato dai ribelli).
Non è da escludere, però, la sua volontà di raggiungere sacche di resistenza e rimanere comunque in Libia. Ma si avanzano altre ipotesi: una fuga via terra verso sud-est con meta Sirte: città natale di Gheddafi dove hanno già ripiegato i lealisti costretti ad abbandonare Brega sotto l'incalzare dei ribelli.
Un'altra fuga ipotizzata è quella presso l'ambasciata del venezuela: addirittura si è parlato di un volo dalla tunisina Jerba messo a disposizione da Chavez, il presidente venezuelano unito al rais dal 'sentimento' di anti-americanismo. E come ha sempre fatto da mesi continua ad urlare "Forza Gheddafi, forza Libia". Sostendendo che l'unico obiettivo è quello di saccheggiare la Libia, e quindi il Venezuela "riconosce come legittimo solo il governo di Muammar Gheddafi". Quest'ultima sembrerebbe proprio un'offerta di esilio.