La Snap (Survivors network of those abused by priests) e il Centro per i diritti costituzionali ha presentato un dichiarazione di competenza giurisdizionale alla Corte penale internazionale dell'Aia, per valutare se la stessa ha la competenza di procede contro il Papa Benedetto XVI e tre alti esponenti del Vaticano, il card.Bertone, il card. Levada e il card. Sodano, per crimini contro l'umanità. Secondo l'accusa i 4 sono rei di aver coperto reati commessi da preti contro i minori. Il dossier presentato dai legali si costituisce di ben 80 pagine.
Gli stessi hanno spiegato che la scelta di ricorrere alla Corte Internazionale è dovuta agli innumerevoli tentativi falliti a livello nazionale. I casi esaminati nello specifico sono 5, avvenuti in Congo e negli Stati Uniti. Ad occuparsi del ricorso sarà il procuratore generale Luis Moreno-Ocampo, che dovrà verificare la sussistenza degli estremi per accettare o meno la richieste delle due associazioni.
La questione è molto delicata in quanto, il caso, ne potrebbe sollevare un altro mediatico di pari entità, appunto quello che riguarda le competenze della Corte Penale Internazionale. I legali delle vittime si auspicano che la CPI possa avviare un procedimento preliminare, e che lo stesso sia svolto in tempi relativamente brevi. Lo stato Vaticano però non è uno dei paesi firmatari del trattato di Roma del 2002 che prevede l'operatività della CPI nel momento in cui o il sistema penale di un paese risultasse incapace di agire o nel momento in cui ne venisse fatta espressa richiesta dall'ONU.
Intanto la notizia ha fatto il giro del web a livello internazionale, e non sono mancate le dichiarazioni sulla questione. Il primo commento da parte di un esponente Vaticano è stato quello dell'arcivescovo di Napoli card. Crescenzio Sepe che ha visto nell'iniziativa un gesto di matrice anticattolica.