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Il Copyright passa da 50 a 70 anni

Il 12 settembre il Consiglio dell'Unione europea si è espresso a favore dell'estensione dei diritti fonografici, portando a 70 anni il copyright in favore di interpreti e produttori di musica, rispetto agli attuali 50 (calcolati dalla data d'incisione del disco). Adesso i Paesi membri dell'UE hanno due anni di tempo per recepire la normativa. L'Italia è stata tra quelli che ha votato a favore: contrari Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Lussemburgo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia, astenute Austria e Estonia.

A breve sarebbero scaduti i diritti relativi ai primi anni Sessanta, epoca dell'esplosione della discografia in Europa, quindi artisti come Adriano Celentano possono stare tranquilli visto che continueranno a percepire i diritti sui dischi realizzati nei primi anni '60, ancora per altri vent'anni.

Infatti il Consiglio ha dichiarato che l'estensione è stata attuata  per proteggere gli artisti in età avanzata, quelli che hanno cominciato a fare musica da giovanissimi e che avrebbero rischiatorischiato, negli ultimi anni della propria vita, di perdere il copyright sulle prime opere.

L'effetto principale della nuove disposizioni è quindi che la musica sarà protetta più a lungo e che anche gli artisti del passato saranno tutelati più a lungo.

 

Il problema però è che così nascono nuove restrizioni contro la libera circolazione delle opere musicali, visto che bisognerà aspettare vent'anni in più per poterle usare.
La direttiva però guarda anche alla potenzialità di internet visto che con una clausola cerca di bilanciare questa restrizione d'uso costringendo le case discografiche a una scelta: mantenere in commercio un'opera o permettere all'artista di riacquisirne i diritti.

Infatti molte opere uscendo fuori dai catagoli diventano irreperibili nei negozi e l'unica possibilità per accapararsele sarebbe stato un acquisto illegale tramite internet.

Adesso gli artisti possono ricomprare i diritti delle proprio opere e disporne a proprio piacimento.

Nella direttiva c'è anche un risvolto protezionistico che tende ad evitare che la produzione musicale si sposti ancora di più negli Usa, dove il copyright è esteso fino ai 95 anni.