Intervista a Rino de Martino, titolare della libreria storica Treves

CulturaIntervista a Rino de Martino, titolare della libreria storica Treves

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La libreria internazionale Treves è la libreria più antica di Napoli. Centro culturale della città per tutto il ’900 ha vissuto, negli ultimi anni, periodi burrascosi con le istituzioni. Ho intervistato il titolare della libreria Gennaro de Martino detto Rino per avere qualche notizia in più dato che, anche su internet, c’è un generale disinteresse sulla storia e sulla sorte di questa famosa libreria. Ci siamo incontrati all’interno della libreria, a Piazza del Plebiscito. Mi ha accolto con molta gentilezza e disponibilità, ci siamo seduti intorno a un tavolino e questo è quello che mi ha raccontato:

Ci racconti un po’ la storia della libreria

La libreria Treves aprì a Napoli nel 1894 ed era una delle “filiali” dei fratelli Treves editori dal 1861. Nel 1939, a causa delle leggi razziali che impedivano ai cittadini di religione ebraica l’esercizio di attività industriali, la casa editrice dovette cessare l’attività e fu rilevata dall’industriale romagnolo Aldo Garzanti, che la trasformò nella propria casa editrice (Garzanti). Con il passare del tempo le librerie conobbero una forte crisi a causa dell’economia sempre più incentrata su prodotti su larga scala e in generale su prodotti diversi e più “globalizzati”. La maggior parte quindi chiuse i battenti oppure si trasformò in qualcos’altro. L’unica che rimase in vita fu la libreria internazionale Treves di Napoli. La libreria è stata per tanto tempo al centro della vita culturale partenopea, ha ospitato personaggi del calibro di Croce, D’Annunzio, dal Presidente Napolitano e tanti altri. Poi nel 1994 mio fratello, assieme a due soci, ha rilevato la libreria e nel 2000 sono arrivato io.

E proprio nel periodo immediatamente successivo al suo arrivo sono iniziati problemi che hanno poi portato la libreria nel 2006 al  trasferimento dalla storica sede di via Toledo a quella attuale di Piazza del Plebiscito…

Già, proprio così. Appena sono arrivato mi sono trovato ad affrontare un grosso problema. Scoprimmo che il vecchio gestore aveva già ricevuto lo sfratto per finita locazione. Ricorremmo al Tar avvalendoci del vincolo storico del Ministero per i beni culturali e ambientali. Lì vincemmo poi però il Consiglio di Stato si pronunciò a favore della proprietà sancendo che la libreria Treves non aveva i requisiti richiesti per il vincolo. A quel punto… restava poco da fare. Ci sono state commoventi manifestazioni di solidarietà da parte della società civile, di moltissimi intellettuali, artisti, politici di ogni schieramento. Il Comune ci venne incontro dicendo che la libreria Treves poteva diventare il punto di riferimento di un Polo della cultura proponendoci il trasferimento nel luogo più caratteristico della città e probabilmente una delle piazze più belle del mondo, Piazza del Plebiscito. Ci promisero inoltre che l’intera area sarebbe stata riqualificata.

E infatti il 2 febbraio 2007 in un’intervista su Chiaia Magazine Lei disse che il Comune di Napoli le aveva promesso che i locali sotto il porticato sarebbero stati fittati per consentire l’apertura di un Caffè Letterario, un Ristorante dell’Arte, negozi di artigianato… e invece?

E invece non è avvenuto niente di tutto ciò. I locali sotto il porticato sono di proprietà del F.E.C. (Fondo Edifici di Culto ndr) e quindi del Ministero dell’Interno il quale li diede in locazione al Comune di Napoli nel 1999 con lo scopo di riqualificare la zona con attività culturali e commerciali. Attraverso un bando il Comune avrebbe poi dovuto concedere o sub-affittare i locali ad attività di questo genere. E invece non è andata così, sono stati fatti due bandi che sono stati praticamente disertati per motivo poco chiari. Fino ad oggi il Comune di Napoli, e quindi i napoletani, ha pagato “inutilmente” il fitto al Ministero dell’Interno per una cifra che secondo me si aggira intorno a un milione di euro.

Peraltro la Piazza andrebbe riqualificata nel suo complesso e non solo con l’apertura di nuove attività…

Assolutamente si. Piazza del Plebiscitò è abbandonata a se stessa. Intonaco che cade, la sera non c’è illuminazione, bande di teppisti girano con i loro motorini, imbrattano muri e monumenti, il porticato diventa una sorta di orinatoio per senzatetto e vandali di ogni risma.

Poco tempo fa è stato accoltellato un ragazzino di 13 anni…

Appunto. Nessun controllo, dopo le 8 di sera questa zona diventa terra di nessuno. Più volte l’Assessore alla Cultura Oddati ha fatto pubblici annunci dove prometteva la riqualificazione della zona ma appena si spegnevano i riflettori dei media tutto cadeva nel dimenticatoio.

Oggi la libreria Treves è di nuovo sulle cronache di tutti i giornali. Il Comune ha chiesto circa 140.000 euro per il fitto dei locali ponendo la libreria in una situazione di grande difficoltà. Cos’è successo esattamente?

A Gennaio di quest’anno abbiamo ricevuta una lettera dalla Romeo Gestioni, società che gestisce gli immobili del Comune di Napoli.  In questa lettera ci veniva chiesto un incontro per stipulare un contratto con validità antecedente la data odierna cioè un contratto che avrebbe avuto effetto dal giugno del 2006 fino a giugno 2012. E mi chiedevano inoltre di pagare l’equivalente di quello che loro pagavano al Ministero dell’Interno cioè 140.000 euro circa.

Com’è andata a finire?

Ho chieso un incontro con l’Assessore al Demanio, Marcello D’Aponte. All’appuntamento l’assessore non venne ma riuscii a parlare con un funzionario che mi disse che non c’erano soluzioni, dovevamo pagare. Ho fatto notare che mi era stato detto che avremmo parlato di fitto solo dopo la partenza del progetto di riqualificazione della piazza e che inoltre mi stavano chiedendo di pagare un fitto per il quale nessuno mi aveva mai chiesto di firmare un contratto. Era tutto basato sulla parola e sulla stretta di mano tra me e le istituzioni locali. A quanto pare quella parola data non aveva valore. Addirittura l’assessore ha rilasciato un’intervista a Il Mattino dove ci ha definiti “morosi”. Ora dovrò nuovamente ricorrere alla magistratura e mi spingerò oltre, chiederò a mia volta i danni morali e materiali. Peraltro, dato che in tutti questi anni il Comune non è riuscito nell’intento, dall’anno prossimo i locali torneranno alla gestione del Ministero dell’Interno quindi avrò un nuovo interlocutore.

Ci può fare un paragone tra la vita della libreria in Piazza del Plebiscito e quella in via Toledo?

Come affluenza, visibilità e incassi… uno a mille. Come posizione invece certamente oggi siamo in una cornice splendida ed è un peccato che sia così abbandonata. Peraltro se partisse davvero il progetto di riqualificazione sono sicuro che anche affluenza, visibilità e incassi tornerebbero quelli di un tempo.

 C’è una manifestazione o un evento che lei ricorda con particolare affetto?

Quando ho organizzato il trasferimento da via Toledo a Piazza del Plebiscito. Si formò una catena umana dove ogni persona aveva un libro in mano e lo trasportava sin dentro la nuova sede. Poi abbiamo organizzato molti eventi, uno più bello dell’altro. Ad esempio da 5 anni organizziamo l’evento “Una Piazza per la Poesia” senza pari in Italia. Altra attività molto bella e coinvolgente  è quella degli incontri con i paesi campani “virtuosi”, paesi senza camorra, che praticano la raccolta differenziata, che hanno un tasso di vivibilità invidiabile. Invitai qui in piazza il paese di Prata Sannita. Vennero qui con gli stand, portarono i loro prodotti tipici, la loro cultura. Venne anche il loro Sindaco il quale mi invitò a sua volta, assieme ad altri 50 napoletani, a visitare il loro paese. Fummo loro ospiti, le donne del paese cucinarono nelle loro case e ci portarono da mangiare in un mulino ristrutturato. La libreria Treves ha inoltre istituito un premio, “Un parco per la poesia” che coinvolge tutto il parco del Matese. Le idee ci sono e la volontà anche, speriamo solo che le istituzioni non remino contro.

A proposito di istituzioni, da pochi mesi Napoli ha una nuova giunta comunale. Lei cosa chiede o cosa si aspetta dal nuovo sindaco?

il nuovo Sindaco si trova e si troverà in una situazione difficilissima e la priorità dovrà essere il territorio sia dal punto di vista sociale che di strutture. E poi servono severità e controllo, non si può abbandonare la città a se stessa. Accanto a queste difficoltà però la nuova amministrazione si troverà nella condizione di ricevere ingenti somme per il centro storico, il forum delle culture, Bagnolifutura ecc. Sarà una buona occasione per ripartire… e perché non ripartire proprio da questa piazza?

E’ stato chiarissimo. La ringrazio per il tempo che ci ha concesso e in bocca al lupo

E’ stato un piacere, crepi il lupo!

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