Sole: nei coralli l’abbronzatura del futuro e proteggersi dal sole

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L’estate è ormai alle porte, tranne per chi sceglie le vacanze settembrine e tuttavia gli amanti della tintarella ancora non si rassegnano. Carissimi per voi c’è una buona notizia: questa semplice pillola ‘al corallo’ vi proteggerà dai raggi UV, dai danni agli occhi e persino dalle rughe che conseguono a troppi bagni di sole.

Gli scienziati del King’s College di Londra stanno infatti studiando la barriera corallina australiana perche’ sperano di utilizzare le difese naturali dei coralli ai potenti raggi ultravioletti per ricavare una pillola che funzioni da protezione solare. A svelarlo è la Bbc. Dallo studio di pochi esempi dell’Acropora, corallo in via d’estinzione, gli scienziati sono convinti di poter replicare sinteticamente in laboratorio i componenti corallini fondamentali per la protezione del sole. E i test sull’uomo potrebbero partire molto presto.

Prima della pillola però, è saggia decisione degli scienziati a voler testare la scoperta prima tramite una lozione contenente gli stessi composti trovati nel corallo. Per farlo, copieranno il codice genetico usato dal corallo per creare i composti, e lo metteranno in un batterio in laboratorio che potrà replicarsi rapidamente e produrne grandi quantita’. Ovviamente non è una novità per queste grandi menti il fatto che alghe e coralli si proteggessero dai raggi UV autoproducendo uno scudo solare.  “Abbiamo scoperto che le alghe che vivono nel corallo – spiegano – producono un composto che pensiamo venga trasportato al corallo, che poi modifica in schermo solare a eneficio sia del corallo che dell’alga. E anche dei pesci che se ne nutrono”.

Quindi l’obiettivo è di far arrivare dall’interno delle persone questa protezione solare per pelle e occhi, semplicemente tramite una pillola.

Addirittura il Biotechnology and Biological Sciences Research Council vuole invece studiare se questo processo puo’ essere usato anche per sviluppare l’agricoltura sostenibile nel terzo mondo. I composti di questo schermo solare naturale del corallo potrebbero essere infatti usati per produrre colture tolleranti ai raggi Uv, capaci di resistere alla potenza della luce tropicale.

Tuttavia potremo liberarci dalla schiavitù di spalmarci creme solari per poi sentirci tutti appiccicati, e infine rispalmarle in seguito a un bagno. Una sola compresse dovrebbe garantire una protezione settimanale, difendendo gli occhi e mandando in pensione occhialini da sole. Il King’s College sostiene inoltre che tale pillola sarebbe in grado di tagliare il rischio di cancro. Ovviamente prima che scenda in campo ci dovranno essere prima alcuni esami tossicologici, ma cinque anni dovrebbero bastare. Ed entro 10 anni la pillola potrebbe essere venduta anche a prezzi economici. Beh armiamoci di santa pazienza e dedichiamoci ancora alle nostre amate/odiate cremine.

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