Tarantini pagato per non parlare: accusato per aver chiesto del denaro a Berlusconi

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Sono stati arrestati Giampalo Tarantini 36 anni, e consorte, Angela Devenuto, 34 anni, per estorsione ai danni del premier, Silvio Berlusconi. L'imprenditore pugliese, già coinvolto nello scandalo escort, per la Procura di Napoli avrebbe ricevuto una somma di denaro pari a 500mila euro per accettare un patteggiamento nell'inchiesta di Bari evitando così un processo pubblico a Presidente del consiglio.

La Digos della Questura partenopea ha collaborato con quella di Roma, e l'arresto, si legge in una nota, è stato eseguito in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli, Primavera.

Tarantini, ovviamente, era già iscritto nel registro degli indagati come anticipato lo scorso 25 agosto da 'Panorama', da parte dei pm napoletani Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscicelli. E secondo il settimanale nell'inchiesta sarebbe coinvolto anche il direttore/editore del quotidiano on line 'Avanti!', Valter Lavitola. Proprio lui sarebbe stato l'intermediario dell'estorsione e non solo, secondo le anticipazioni del giornale, dello stesso settimanale, avrebbe addirittura truffato anche Tarantini, trattenendo per se ben 400mila euro dei 500 consegnati dal Premier, investendoli poi in affari più o meno leciti.

Ricordiamo che Tarantini era già stato arrestato per favoreggiamento della prostituzione, ma aveva sempre dichiarato che il Premier era all'oscuro dei pagamenti alle ragazze. E proprio da qui nascerebbero i ricatti fatti al Premier, tutto è stato scoperto grazie a delle intercettazioni telefoniche. In particolar modo secondo il capo di imputazione, Valter Lavitola avrebbe tenuto i 'contatti con la persona offesa', cioè Silvio Berlusconi, e smistando le somme ricevuto dal Presidente a Sansivieri e al cugino Antonio e in parte a Tarantini e moglie, Angela Devenuto.

Nell'ordinanza del gip si legge: "Appaiono incontrovertibili e univoche le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini dalle quali si evince chiaramente come in particolare Lavitola si prefigga di tenere sulla corda il presidente Berlusconi". Le espressioni che lo incriminerebbero sono tipo 'metterlo con le spalle al muro', 'in ginocchio', 'andargli addosso', 'tenerlo sulla corda', 'tenerlo sotto pressione'.

Tuttavia Berlusconi, già precedentemente 'anticipando' la sua posizione da una probabile indagine, aveva fatto sapere di non esser mai stato vittima di ricatti o estorsioni, ma di aver solo aiutato delle persone con varie difficoltà economiche. E addirittura in un'intervista spiegò:

Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio. Sono fatto così e nulla muterà il mio modo di essere.

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