Il premier giapponese Yoshihiko Noda, ha ufficializzato la messa in sicurezza dei reattori della centrale nucleare di Fukushima, ora che la temperatura all'interno delle cave dei reattori è ormai stabile sotto i 100 gradi Celsius e che le emissioni radioattive sono sotto controllo, raggiungendo così condizioni di arresto a freddo (cold shutdown).
Si tratta di un passo decisivo verso una nuova fase della gestione della crisi che ha colpito la centrale di Fukushima Daichii, gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami che ha colpito il Giappone questo 11 marzo.
L'arresto a freddo certifica che le condizioni all'interno dei reattori sono ritenute tali da rendere impossibile "stati di criticità" e reazioni atomiche a catena, requisito indispensabile perché lo stato delle zone evacuate intorno all'impianto possa essere rivista e perché le autorità possano iniziare il processo di dismissione della centrale, che sarà smantellata entro 40 anni, visto che le prime operazioni partiranno entro 25 anni, a causa della parziale fusione verificatasi nei reattori.
Lo stato di allerta a Fukushima, in ogni caso, non è ancora stato revocato, ma con questo passo il governo nipponico ha potuto ufficializzare la chiusura della "fase due" del piano che porterà al "decommissionamento" dei reattori in avaria, messo a punto insieme al gestore della centrale, la Tepco (Tokio Electric Power Co.).
Secondo gli ambientalisti queste dichiarazioni sono un vero e proprio inganno, dal momento che i reattori non sarebbero assolutamente messi in sicurezza.