Ieri sera sono state intercettate, al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme, dieci lettere contenenti proiettili e minacce indirizzate al premier Mario Monti, e ad altri esponenti politici e del mondo del giornalismo. A dirigere le indagini è il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo. Minacce aggravate dalle finalità di terrorismo è l’ipotesi di reato su cui gli inquirenti stanno lavorando.
Le buste con i proiettili contenevano una lettera scritta al computer e firmata dal "Movimento armato proletario"contenente ingiurie e minacce: "Rivedete la manovra o ve la faremo pagare. Sarà una guerra all'ultimo sangue", la lettera aggiunge anche: "Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il piombo non manca e adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi". Tra i destinatari ci sono i direttori di "Corriere della sera", "La Repubblica", "la Padania", "Libero" e altre testate nazionali.
Secondo Massimo D'Alema, presidente del Copasir, "non c'e' un'ondata di terrorismo" in Italia e ha aggiunto: "Ci sono stati episodi gravi riconducibili all'area anarco-insurrezionalista e c'e' un grande impegno e una grande vigilanza". Il Ministro della Giustizia, Paola Severino, ha dichiarato che si tratta di "episodi orribili e inspiegabili, soprattutto se riferiti a persone che si stanno adoperando nel loro dovere istituzionale con la massima correttezza possibile".
Secondo il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, queste lettere sono dovute a "un clima che non e' dei migliori" e che "può soltanto inasprirsi “, inoltre sdrammatizza: "Vedo che sono in buona compagnia", ricordando di ricevere "da almeno 10 anni" bossoli e proiettili.