Sciopero trasporto e benzinai continua per altri 10 giorni: il Governo prosegue con la sua linea dura

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Sono dunque confermati i 10 giorni di sciopero. Faib e Fegica contro il decreto sulle liberalizzazioni hanno deciso di andare avanti con la protesta, come già annunciato stamattina.

Per queste sigle sindacali, quindi, non c’è da trattare. Lo sciopero continua e altre date verranno comunicate.

L’annuncio di Faib e Fegica

«I gestori confermano la proclamazione di un pacchetto di 10 giorni di sciopero degli impianti di distribuzione carburanti, sia sulla rete ordinaria che su quella autostradale, la cui articolazione sarà successivamente definita per evitare di aggravare l’attuale stato di forti tensioni e disagio sociale. È la decisione assunta dal Coordinamento Nazionale Unitario dei gestori di Faib Confesercenti e di Fegica Cisl per denunciare la mancata liberalizzazione della distribuzione carburanti da parte del Governo e sostenere il Parlamento a varare una vera riforma per liberare il settore dal controllo assoluto dei monopolisti petroliferi e consentire prezzi dei carburanti più bassi su tutta la rete distributiva. Tutte le “buone intenzioni” che il Governo aveva esibito, pubblicamente e a più riprese, si sono malamente infrante di fronte alla potente lobby dei petrolieri a cui, nei fatti, viene persino concesso di regolare i conti con una intera categoria di lavoratori che ha “osato” mettere in pericolo privilegi e rendite di posizione.», questo è quello che annunciano le due sigle.

Purtroppo non tutti conoscono i cavilli di questa protesta, è una delle problematiche sollevate riguardano la tassazione molto pesante che circa il pagamento del carburante tramite carta di credito, di cui fin’ora si è parlato poco o nulla «Nascosta nelle pieghe del decreto c’è anche la cancellazione della norma che imponeva alle banche, dal 1 gennaio di quest’anno, di eliminare costi e commissioni per gestori ed automobilisti, sui pagamenti dei rifornimenti di carburante con bancomat e carte di credito: una misura che – è bene ricordarlo – era stata assunta per ragioni di sicurezza e solo dopo l’altissimo tributo di sangue che i gestori hanno dovuto versare a difesa di incassi sui quali trattengono appena il 2%!»

Intanto i disagi sono tanti, troppi! Molti distributori di benzina sono costretti a chiudere visto che di carburante non ne arriva più. Le regioni più colpite sono la Campania, Liguria, Toscana, Basilicata e Calabria. In altre zone, come Roma, il carburante ancora c’è, ma per poco tempo ancora.

Ovviamente tutto ciò si ripercuote sul trasporto pubblico, e sui servizi comunali. Ad esempio a Cassino e Catanzaro gli autobus urbani non circoleranno fino a giovedì; a Casoria, il sindaco ha chiesto ai propri cittadini di tenere i rifiuti in casa almeno fino a domani, proprio per l’impossibilità di ritirarli.

Anche nei supermercati si registra il tutto esaurito, soprattutto per i prodotti freschi. La Coldiretti comunica che sui tir ci sono 50 milioni di euro fermi (al giorno) di ‘prodotti alimentari deperibili’. Ovviamente aumentano i prezzi di questi ultimi tanto che l’associazione ha deciso di regalare a pensionati e famiglie prodotti ortofrutticoli. I blocchi imposti dagli autotrasportatori e Forconi si sono riverberati sull’aumento dei prezzi in rialzo del 10/15%.

Braccio di ferro anche da parte del Governo che promette all’Europa misure necessarie per la rimozione dei blocchi. Il ministro degli interni Cancellieri, ha sottolineato “se dovessero verificarsi strascichi della protesta dei tir che compromettano la sicurezza della circolazione e l’incolumità delle persone, i prefetti potranno, come avvenuto a Roma, far ricorso all’adozione di apposite, mirate ordinanze contingibili e urgenti“. Tra l’altro il ministro ha anche inviato 1100 uomini delle forze dell’ordine in tutta la penisola per fronteggiare l’emergenza. 

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