Un soldato americano esce fuori di senno e spara contro i civili afgani totalizzando 16 vittime. Colpito da un raptus, il militare, durante la notte è uscito dalla sua base in provincia di Kandahar uccidendo donne, bambini e anziani.
Una giornalista dell’Afp racconta di essere entrata in tre case e aver contato 16 morti: “Sono stati uccisi e bruciati. Ho visto (fra i cadaveri) almeno due bambini fra i due e i tre anni, che erano stati bruciati“. Questo episodio rischia di aumentare la tensione tra popolazioni locali e le truppe della forza internazionale, a seguito del recente episodio che vede come protagonista la vicenda dei Corani bruciati nella base Usa.
L’Isaf, la forza interazionale in Afghanistan, ha ammesso per la prima volta in un comunicato diffuso intorno alle 16 (ora locale), ossia 13 ore dopo i fatti, l’esistenza di “morti” civili afgani. Il generale Adrian Bradshaw, comandante aggiunto dell’Isaf, ha espresso il suo dolore “sincero” per questa tragedia “senza senso“.
Il Soldato solitario che ha commesso la strage in tre case diverse si è poi consegnato ai suoi commilitoni ed è stato arrestato. Ma la cosa più inquietante è il luogo in cui è avvenuto tutto, ovvero nei villaggi di Alokozai e Garrambai, nel distretto di Panjwayi dove la battaglia è stata più dura e dove è nato il movimento dei Talebani.
Intanto si dice che il soldato non sia in grado di spiegare le ragioni del suo gesto. Tuttavia il generale Adrian Bradshaw fa sapere che: “un’inchiesta è già in corso ed ogni sforzo sarà fatto per stabilire la dinamica dei fatti e far rendere conto dell’accaduto a chiunque ne sia responsabile”. L’ambasciata Usa a Kabul avverte con una nota che si temono rappresaglie anti-americane, proprio quando la situazione stava incominciando a calmarsi.