Il direttore della ricerca Maurizio Seracini ha reso noto in questi giorni la scoperta: un campione di colore nero è stato trovato dietro uno degli affreschi del Vasari e ha composizione chimica compatibile con il nero usato nella Gioconda e nel San Giovanni Battista al Louvre. Il pigmento nero è composto in gran parte da manganese e, in parte, da ferro ed è stato individuato con analisi chimiche su materiali estratti durante i sondaggi dentro la parete est del Salone dei 500 di Palazzo Vecchio dietro cui Seracini ipotizza che ci siano resti della Battaglia di Anghiari.
Inoltre, immagini ottenute con una sonda endoscopica mostrano uno strato beige: per i ricercatori può esser stato messo solo con un pennello. Le prove emerse durante la ricerca sembrano così supportare la teoria che la pittura murale leonardiana si trovi proprio sulla parete est del Salone dei Cinquecento, dietro l’affresco di Giorgio Vasari «La Battaglia di Scannagallo».
I dati a sostegno della teorica ubicazione del dipinto di Leonardo sono stati ottenuti mediante l’utilizzo di una sonda endoscopica che è stata inserita attraverso il muro sul quale è stato dipinto l’affresco del Vasari.
Oggi è arrivato il via libera da parte del ministro ai Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, per le autorizzazioni per rimuovere le aree dove nell’Ottocento e nel Novecento sono stati effettuati interventi di restauro sulla battaglia di Scannagallo: questo consentirebbe di non toccare il lavoro del Vasari e di avere una fotografia della Battaglia di Anghiari di Leonardo più precisa di quelle ottenute finora, verificando al contempo anche le sue attuali condizioni di salute.
Parlando con i cronisti il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha spiegato di non avere intenzione di chiedere fondi al Governo per proseguire le indagini perchè visto che si parla di Leonardo non ci saranno problemi per trovare dei finanziamenti privati.