Sondrio/Gdf Operazione ‘CarWash’: giro di fatture false e 11 arresti

CronacaSondrio/Gdf Operazione 'CarWash': giro di fatture false e 11 arresti

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Sondrio: a quanto pare non sono state sequestrate solo autovetture,  i maghi della fatturazione falsa non si sono fatti mancare appartamenti altrettanto lussuosi. Infatti sono stati sequestrati 8 immobili, oltre a titoli e conti correnti. La squadra dei finanzieri di Sondrio è attiva già da un po’ in ogni campo, ma stavolta l’arresto è stato un colpo grosso. L’operazione prende il nome di “CarWash”, un’evasione fiscale in termini di imposte dovute superiore agli 80 milioni di euro in soli due anni. Per concludere le indagini sono stati impiegati oltre 200 finanzieri nel centro-nord Italia, solo così hanno potuto colpire al cuore dell’organizzazione  con il sequestro preventivo di otto immobili residenziali (tra cui una lussuosa villa con piscina), un capannone industriale di oltre 2.000 mq per un valore complessivo di circa 3.300.000 euro; piu’ di 50 autovetture di lusso tra cui Porsche, Jaguar, BMW, Land Rover per un valore complessivo stimato di circa 3.000.000 di euro, nonche’ conti correnti, titoli e preziosi per un valore ancora in via di definizione e allo stato pari a 1.000.000 di euro.

Ma c’è ancora un altro numero importante: sono 83 le persone a diverso titolo coinvolte nelle denunce alla Procura della Repubblica di Sondrio. Tra gli arrestati vi è anche il direttore di una banca,  in esecuzione dell’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Sondrio, in quanto appartenenti al sodalizio criminale transnazionale organizzatore delle frode.

L’organizzazione era gestiti ad hoc, con conti precisi degni di una cosca mafiosa. Ma come si sa tutto quello che è umano è destinato a finire, e anche stavolta la fortuna del malaffare è tramontata. Le fiamme gialle spiegano che tutto parte dal centro storico di Sondrio, da un concessionario in grado di fatturare 40 milioni di euro in 4 anni. Non si sono accontentati quindi di qualche milioncino e la verifica fiscale ha fatto il suo percorso fino ad arrivare ad un giro di fatture false avvenuto in Italia, Polonia, Austria e Germania.

I MOVIMENTI – Operavano su due livelli: il primo costituito da un gruppo di 3 concessionari di automobili nelle province di Lodi, Mantova e Treviso, con imprenditori in grado di finanziare l’intera frode immettendo sul mercato le autovetture in maniera lecita (autovetture fantasma, ndr); il secondo livello un po’ più complesso era costituito da 16 società tecnicamente qualificabili come «cartiere» o «filtri», le quali avevano lo scopo di interporsi nell’acquisto degli autoveicoli destinati ai concessionari del gruppo per frodare così l’I.V.A. dovuta allo Stato, oppure inserirsi in altre concessionarie e cartiere tanto da far perdere le tracce. Come imbattersi in una rete fitta di nodi, tanto intricata che ad un certo punto non sai più come e dove procedere per districarla.

Tra i soggetti coinvolti anche due societa’ ‘esterovestite‘, cioe’ formalmente di diritto austriaco e polacco ma, di fatto, gestite da soggetti italiani appartenenti al sodalizio; tali societa’, operanti quali ‘cartiere’, erano quelle che, in via principale, operavano direttamente con i fornitori tedeschi ed austriaci di autovetture.

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