Esodati: sindacati in piazza. Guerra sui numeri.

CronacaEsodati: sindacati in piazza. Guerra sui numeri.

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I sindacati si compattano, e scendono in piazza nella capitale a fianco degli esodati, coloro che con l’innalzamento dell’età pensionabile rischiano di trovarsi per lunghi periodi senza stipendio, senza pensione e con un incentivo economico esaurito o comunque insufficiente al loro sostentamento.

Il dibattito tra governo, Inps e parti sociali si è acceso sul numero effettivo di italiani che versano in questa situazione.

Il Ministero del Lavoro ha parlato di 65.000 esodati, per i quali sarebbero stati disposte le risorse necessarie. Non si è fatta attendere la replica dei sindacati, circa la veridicità di questi dati “Il Governo scherza con il fuoco.” La Cgil con il Segretario Camusso: «I 65.000 sono una parte del problema, ma non ci sono risposte per coloro che hanno fatto accordi prima del 2011 ma lasciano il lavoro dopo e per quelli che hanno fatto accordi individuali. Il governo fa finta di non sapere che il numero che ha dato riguarda solo una piccola parte del problema. La cifra di oltre 300.000 esodati non l’abbiamo inventata noi ma veniva da fonti ufficiali. Ci sono «coperture insufficienti per il problema, siamo di fronte ad una cosa pericolosa. Il messaggio che arriva alle persone che sono qui in piazza è che sono dei fantasmi»

I dati dell’Inps parlano invece di 130.000 esodati, ma il sottosegretario all’Economia Polillo in un’intervista rilasciata a Sky Tg 24 dice: “E’ ovvio che ci sono più esodati dei 65.000, ma sono scaglionati nel tempo, ci sono quelli che rimarranno senza pensioni e senza stipendi nel 2013, altri nel 2014 e via dicendo. Anno per anno si provvederà, non possiamo risolvere il problema tutto subito, perché dobbiamo mettere a bilancio una cifra spropositata che ci farebbe saltare tutti gli equilibri finanziari.” Infine lo stesso sottosegretario afferma: “Per i 65000 esodati c’è la copertura totale.”

In giornata erano intervenuti sul tema anche Bersani del Pd, Casini dell’ Udc e Alfano del Pdl, i tre leader dei partiti di maggioranza si sono soffermati sulla discrepanza dei dati, augurandosi una soluzione al problema.

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