La giornata della Lega: orgoglio Padano, Bossi, Maroni e le dimissioni date e non date.

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Bossi e Maroni si scambiano affettuosi baci e calorosi abbracci, la base urla i loro nomi, alternandoli a “secessione, secessione”. La notte bergamasca sembra far tornare un apparente sereno in casa Lega.  Nella serata dell’orgoglio padano, numerosa è la platea dei militanti accorsi, in tanti con le scope, ad indicare pulizia, in tanti con cartelli sarcastici, i più colpiti: cerchio magico, Belsito e la Mauro. Ma a catalizzare l’attenzione sono i due big del Carroccio: il Senatur e Bobo Maroni.

Proprio l’ex ministro apre la serata: “Sono giorni di passione e dolore, ma anche di rabbia per essere considerati un partito di corrotti. Umberto Bossi non si merita quello che è successo. La Lega non è morta, riparte da qui, ma dobbiamo fare pulizia. E’ intollerabile accettare la violazione del nostro codice morale”. E ancora l’ex Ministro degli Interni : “”Chi sbaglia paga, e chi ha preso i soldi della Lega li dovrà restituire fino all’ultimo centesimo. Umberto Bossi, sono certo, non c’entra niente, ma da vero leghista ha fatto un gesto di estrema dignità: si è dimesso”. Parole pesanti anche per la vicepresidente del Senato Rosy Mauro, che in giornata aveva annunciato la sua volontà di non dimettersi, nonostante la telefonata di Bossi: “Umberto Bossi oggi ha chiesto di dimettersi a una persona che ha detto ‘no’, Rosy Mauro. Mi spiace non abbia accettato la nostra richiesta, ma se non si è dimessa, bene, ci penserà la Lega a dimetterla”.

Detta poi le nuove regole per il futuro del partito: “Prima: i soldi alle sezioni e ai militanti, non in culonia. Seconda regola: meritocrazia, chi è capace va avanti. Terza: largo ai giovani, ne abbiamo tanti. Quarta: fuori chi viola lo statuto e il codice morale della Lega”. Annuncia l’espulisone di Belsito, il tesoriere finito nell’occhio del ciclone in seguito agli scandali di questi giorni, e annuncia il congresso della Lega entro giugno: “Dobbiamo anticipare entro giugno il congresso federale per dare una guida salda alla Lega.” Dopo Maroni, l’intervento di Bossi, che prima ha parlato di complotto ai danni della Lega, ricevendo qualche fischio dalla platea. Fischi che sono divenuti boati di approvazione quando il Senatur ha parlato di unità, di progetto e sogno che va avanti. Intenso il passaggio circa la famiglia,e circa le scuse: “A me spiace non solo per la Lega ma anche per i miei figli. I danni sono stati fatti da quelli che portano il mio cognome e questo mi spiace enormemente. Scusate. Noi siamo qui e oggi ripartiamo a testa bassa contro il nemico romano.” Infine sul congresso: “Maroni è stato investito segretario? Stasera no. La Lega non funziona così. Vedremo al congresso federale”.

Nel frattempo nella giornata odierna, si segnalano le dichiarazioni di Renzo Bossi, il trota dopo le dimissioni annunciate nel giorno di Pasquetta, sul quotidiano “Bresciaoggi” precisa che sono dovute a motivi personali, e: “No. Non mi tiro indietro perché ci sono responsabilità o atteggiamenti equivoci. Mi tiro indietro per il senso di morale che in casa Bossi è sempre stata la vera stella polare su cui orientare ogni decisione.” Medesima stella polare, non si ravvisa a casa Mauro, difatti, come ricordato anche da Maroni nel suo intervento, la vice presidente di Palazzo Madama non si dimette, e attacca: “Non vedo perché dovrei dimettermi, prima vorrei vedere qual è l’accusa, ho tutti gli elementi per difendermi, e lo farò anche nell’aula del Senato.”

Difende poi il suo operato e quello del sindacato padano da lei guidato :“Ci sono estratti conto del sindacato con la mia firma, e io non ho mai preso un euro. Il partito era assolutamente informato delle donazioni al sindacato. Tutti lo sapevano, anche Bossi, perché non c’era nulla di illegale”. Da segalare infine le dimissioni odierne di Maurilio Canton, il segretario cittadino di Varese, altra storica roccaforte del partito padano. La sua elezione era stata fortemente voluta da Bossi, durante un’infuocata assemblea, che vide i maroniani sconfitti.

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