La Lega Nord nella bufera

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La procura di Reggio Calabria indaga sui rapporti di Francesco Belsito, tesoriere della Lega Nord, con alcuni esponenti della ‘ndrangheta.
L’inchiesta congiunta delle Procure di Reggio Calabria, Milano e Napoli avviata nel 2011, punta a scoprire il tesoro della cosca De Stefano .

Le società coinvolte finite nell’inchiesta sono la Siram, la Polare, la Sirano, la Fin.tecno e la Marco Polo. Gli uomini della Dia hanno ricostruito i passaggi milionari tra grandi aziende che si occupavano di consulenza e ricerca, un giro di soldi e di “regali” anche per il tesoriere della Lega Nord.

La Siram, che si occupa di energie rinnovabili e servizi ambientali, è una società per azioni riconducibile alla cosca di Archi che era in contatto con esponenti della Lega Nord. Oltre al tesoriere del partito di Bossi, Francesco Belsito (originario del vibonese), accusato di truffa ai danni dello Stato, finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio, il provvedimento di perquisizione ha interessato anche Paolo Scala, Stefano Bonet, con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord.
Direttamente ai De Stefano sono collegati l’uomo d’affari Romolo Gilardelli, conosciuto con il soprannome di “ammiraglio”, e l’avvocato Bruno Mafrici, entrambi iscritti nel registro degli indagati.
L’avvocato Bruno Mafrici sarebbe stato il personaggio che curava i rapporti tra imprenditori, politici e lobbisti come Romolo Gilardelli, socio di Belsito.
La Dia di Reggio Calabria sta eseguendo perquisizioni anche in Veneto e in Liguria.
Quattordici in tutto i provvedimenti eseguiti su disposizione del sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Lombardo, che ha notificato otto avvisi di garanzia a persone indagate per il reato di concorso in riciclaggio.
Ad uno degli indagati è stata contestata l’aggravante di cui all’art. 7 per aver agevolato la ‘ndrangheta.

Francesco Belsito avrebbe inoltre distratto soldi pubblici “per sostenere i costi della famiglia Bossi”, da quanto si legge nel decreto di perquisizione eseguito dai finanzieri del nucleo tributario di Milano nell’ambito dell’inchiesta in cui è indagato il tesoriere del Carroccio.
Nel documento si parla di “esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Si tratta di contanti o assegni circolari o attraverso contratti simulati”.

 

 

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