Crisi Grecia alla resa dei conti…

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La Grecia, culla della civiltà moderna europea sempre più ad un passo dal baratro. Il futuro del paese che diede i natali a Pericle, Socrate e Platone rischia di essere buio, e fuori dall’Europa.

La storia recentissima, non quella gloriosa e ricca di quello smisurato amore per la propria autonomia , perfettamente incarnato dalle Poleis, racconta di un paese al collasso.  Economico e politico. Della crisi greca, i media parlano da anni, e il paese ellenico appare il capro espiatorio ideale dello tsunami che si sta abbattendo sul capitalismo mondiale. Alla catastrofe economica, si è aggiunta una impasse politica gravissima, ancor più in un contesto come quello attuale. Nel 2009 le elezioni legislative portavano al governo del paese il socialista Papandreou, che nel novembre del 2011, in piena caduta economica, rimetteva il suo mandato, a favore del “tecnico” Papademos. Questi traghettava il paese fino alle elezioni dello scorso 6 maggio, che sembrano aver dato il “colpo finale” alle già flebili speranze elleniche. Un quadro politico estremamente frammentato, con sette forze entrate in parlamento, dall’estrema sinistra, all’estrema destra, e con le due forze storiche ridotte a percentuali mai tanto basse. Impossibile formare un governo, i leader di Nea Democratia, Pasok e Syriza gettano la spugna, non può fare altro il presidente della Repubblica Papoulias, costretto a indire nuove elezioni per il prossimo 17 giugno. E intanto l’Europa, con la Germania in prima linea, osserva attentamente l’evolversi della situazione. I rischi di una Grecia fuori dall’ Eurozona si fanno concreti, e il popolo ellenico sulla propria pelle vive un momento di disagio senza precedenti.

Nella capitale Atene vivono senza fissa dimora oltre 13000 persone, di cui 1500 dormono in strada, e 11500 in palazzi occupati. La situazione è incandescente, e il rischio di un esplosione sociale si fa sempre meno remota. Qualcosa di simile a quanto è accaduto a Patrasso, terza città della Grecia, con i suoi oltre 200.000 abitanti. Nella principale cittadina della Grecia occidentale, nelle scorse notti si sono registrati pesanti scontri tra immigrati e popolazione locale, con la polizia costretta a sparare lacrimogeni, per evitare che la situazione degenerasse.

Sul fronte diplomatico, l’ultimo vertice dei 27 tenutosi a Bruxelles, ha di fatto replicato il solito leit-motiv: se la Grecia non manterrà gli impegni assunti e non porterà avanti politiche basate sull’ austerità, il futuro ellenico sarà fuori dall’ Eurozona. È evidente altresì, la volontà di Bruxelles, di non lasciare fuori nessun paese. Il presidente della Commissione Ue Barroso, al termine dell’incontro dei 27, ha inviato ad Atene un messaggio chiaro: “vogliamo che resti nell’euro rispettando gli impegni presi. Stara’ al governo che uscira’ dalle elezioni del 17 giugno, scegliere se fare le scelte necessarie per garantire il suo futuro nella zona euro”.


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