L’ex rais Mubarak in gravissime condizioni di salute

CronacaL'ex rais Mubarak in gravissime condizioni di salute

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Peggiorano le condizioni di salute di Muhammad Ḥosnī Sayyid Ibrāhīm Mubārak, comunemente conosciuto come Hosni Mubarak, ex presidente egiziano. La notizia è stata data  dal ministro degli Interni Alaa Mahmoud, che in un primo momento ha parlato anche di coma.

L’ex faraone che ha regnato sul paese delle piramidi per 30 lunghi anni, ha più volte perso coscienza, e per due volte è stato necessario l’uso del defibrillatore,per far riprendere a battere il cuore. Le condizioni di salute di Mubarak, già precarie durante il processo a suo carico, sono maggiormente peggiorate durante il suo trasferimento all’ospedale del carcere di Tora, lo scorso 2 giugno, quando era stato condannato all’ergastolo. Probabile che l’ex rais egiziano possa essere trasferito in un ospedale della capitale egizia. I due figli di Mubarak hanno chiesto all’autorità carceraria, ricevendo parere favorevole, la possibilità di restare accanto al padre.

Mubarak nato nel 1928, generale durante la guerra del Kippur (1973), assunse la presidenza, succedendo al Presidente Sadat, a seguito dell’assassinio di questi nell’ottobre del 1981. Da quell’anno Mubarak ha esercitato un forte controllo sul Paese per 30 anni. Le proteste di Piazza Tahrir, luogo simbolo della rivolta, e i violenti scontri verificatisi nel paese, innescati dalle diverse rivolte, che lo scorso anno, interessarono diversi paese arabi, tanto da far parlare di “primavera araba”, lo hanno costretto alle dimissioni nel febbraio del 2011.

Restando in tema di primavere arabe, e non spostandoci dalla sponda africana del Mediterraneo, una notizia certamente non rassicurante arriva dalla Libia dell’altro “ex rais” Gheddafi. Quest’ultimo come è noto ha preferito lo scontro finanche militare con i suoi oppositori, appoggiati poi dalle forze occidentali, fino alla capitolazione con annessa cattura e uccisione. Il paese, ex colonia dell’Italia, vive una situazione di stallo e di particolare confusione. A Bengasi, città storicamente ostile all’ex dittatore, è stato attaccato un convoglio del consolato britannico. A riferirlo è un portavoce della sede diplomatica inglese, che aggiunge che tutto lo staff è in buone condizioni di salute.

Se in Libia la situazione, pur mantenendosi sostanzialmente “tranquilla”, nasconde diverse ombre e preoccupazioni, c’è poco da nascondere in un altro paese arabo in rivolta: la Siria. In una nota Annan, l’inviato  dell’Onu e della Lega araba, alla disperata ricerca di un compromesso tra le parti in causa, parla di città bombardate e messe sotto assedio delle forze governative, fedeli al presidente siriano Assad. In particolare la situazione più difficile si registra nelle città di Homs e Al Haffa. Scontri tra forze governative e ribelli si registrano anche nella capitale Damasco.

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