In Siria la situazione diventa sempre più incandescente. Nel 65° venerdì consecutivo di protesta uccisi 34 civili. In particolare si registrano incidenti nella capitale Damasco, a Deraa e ad Aleppo. Inoltre arrivano denunce di retate in alcune moschee di Damasco.
Sulla strage di mercoledì scorso, nel villaggio vicino Hama, la tv araba Al Arabiya ha diffuso un video shock, dove si vedono soldati del regime di Assad ammassare cadaveri in una casa, prima di bombardarla, radendola al suolo. Gli osservatori dell’Onu, fatti oggetto ieri di colpi da arma da fuoco, intanto sono giunti sul luogo di questo ennesimo massacro di civili.
Si tentano nuova strade diplomatiche, per cercare di far degenerare definitivamente la situazione. Kofi Annan inviato dell’Onu ha proposto un gruppo di contatto con cui cercare di porre un freno al conflitto. Secondo Annan il gruppo dovrebbe essere composto da paesi, come ad esempio l’Iran, in grado di influenzare le parti in causa. Teheran in questo modo diventerebbe un importante intermediario, una soluzione che non piace agli Usa. L’inviato ha poi ribadito la necessità di avere l’unità nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, il riferimento è a Cina e Russia, contrarie alle sanzioni e a un intervento armato.
