Il sacerdote palermitano fu ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Il riconoscimento del martirio decretato dal papa, indica che la causa di beatificazione si è conclusa positivamente e che presto don Puglisi sarà elevato all’onore degli altari.
Padre Giuseppe Puglisi conosciuto da tutti come Pino era nativo del quartiere Brancaccio, roccaforte controllato dalla criminalità organizzata.
E proprio nei luoghi, dove prestò il suo impegno evangelico e sociale, fu assassinato dalla mafia davanti al portone di casa.
Le indagini hanno accertato che i mandanti dell’omicidio furono i capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, e proprio quest’ultimo è stato condannato all’ergastolo per l’uccisione di don Puglisi., mentre il fratello Filippo, dopo l’assoluzione in primo grado, fu condannato in appello all’ergastolo.
Tra gli altri condannati, figurano Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, i componenti del commando che aspettò sotto casa il prete.
La beatificazione di don Puglisi ha reso felici tanti palermitani,, e in tanti sono convinti che don Pino sia un martire della fede che ha sacrificato la sua vita in difesa degli ultimi e della legalità, testimoniandolo con la sua vita, tesa ai valori della solidarietà e dell’accoglienza.
In tanti si augurano che a Palermo i giovani lo prendano ad esempio, come luce nella lotta alla mafia ed all’illegalità.
Don Pino è stato uno dei pochi sacerdoti che ha combattuto strenuamente contro la mafia ,senza lasciarsi incantare dalle sirene della mafia.
La sua beatificazione, sancisce il valore della sua vita volta all’ azione pastorale e al sociale in uno dei quartieri a più alta densità mafiosa, lottando a fianco degli ultimi e dei più deboli. Carmine Zamprotta
