Ricostruzione grafica ottenuta accostando il disegno attribuito al giovane Merisi ritrovato a Milano, a destra, al volto dell’anziana, nell’ambito dell’opera ‘Giuditta e Oloferne’, di Caravaggio, dipinta a Roma
CARAVAGGIO – “Una vera rivoluzione del sistema Merisi” dicono gli esperti guidati da Bernardelli Curuz e Conconi Fedrigolli. Le ipotesi avanzate da questi ultimi si traducono in risultati evidenti che vedranno la pubblicazione per ‘Amzon’ di un e-book che conterrà le Cento opere ritrovate. Il progetto avviato due anni fa dagli storici dell’arte prendono le mosse da una teoria importante: “La madre di Caravaggio, Lucia Aratori, aveva speso una fortuna per pagargli la salata retta di allievo per quattro anni nella bottega di Simone Peterzano. Impossibile che non avesse voluto vedere i risultati, che non ci fossero i disegni“. Grazie a questi studi sono state ritrovate un centinaio di opere attribuite a l giovane Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. I disegni ritrovati hanno un valore di circa 700 milioni di euro.
Sono i capolavori dei primi anni di produzione del grande pittore lombardo. Opere che per secoli non sono state studiate a dovere come è invece accaduto per i capolavori del periodo romano e post-capitolino. Dice Conconi Fedrigolli:
Armati di follia, gusto per la sfida e passione abbiamo deciso di partire, anche se non sapevamo dove saremmo arrivati. Pero’ una quindicina di disegni eravamo certi di trovarli – continua Bernardelli Curuz – E’ stato mettere a punto uno strumento metodologico. Abbiamo cominciato ad analizzare le prime opere che il Merisi ha realizzato a Roma, i volti di efebi che culminano con il ‘Ragazzo morso dal ramarro‘ e da li’ sono partito per individuare il ‘canone geometrico’ ideato dal pittore quando era allievo di Peterzano e che non ha mai abbandonato nella vita, una sorta di percorso stilistico, una sorta di Dna strutturale.
Caravaggio avrebbe ricavato il suo dai ritratti del Pulzone, le cui opere poteva aver ammirato dalla sua protettrice Costanza Sforza Colonna: sei quadrati giustapposti, con cui l’artista avrebbe poi costruito i volti, facendoli ruotare per seguire le piu’ svariate posture. Insomma, una volta individuato il ‘canone geometrico‘ i ricercatori azzerano le ipotesi su Peterzano e del suo rapporto con Caravaggio che stabilito tra il 1584-1588. La Conconi dichiara: “Sedicente allievo di Tiziano, era un gran disegnatore e a Milano, all’epoca, rappresentava il nuovo e per questo Lucia Aratori gli affida il figlio promettente“. Nel ‘quadrone’ dipinto nel 1573 per la chiesa milanese dei Santi Paolo e Barnaba e che raffigura ‘Il Miracolo dei santi Paolo e Barnaba a Listri’, definito gia’ da Roberto Longhi ”fortemente precaravaggesco”, hanno ritrovato, in un gruppo di ritratti eseguiti con un sorprendente realismo, in mezzo a una composizione tardo-manieristica, il ‘canone geometrico‘ che contraddistinguerebbe Caravaggio.
IL PROBLEMA DELLA DATA – Anche questo è stato risolto visto che quegli stessi personaggi nel 1573 erano troppo giovani per ricoprire quei ruoli. Bernardelli Curuz e la Conconi Fedrigolli hanno cosi’ ipotizzato che nel 1590, forse con l’appoggio di Costanza Colonna, benefattrice dell’ordine, Caravaggio fu chiamato a integrare il dipinto del maestro. ”Forse e’ stato il suo primo lavoro in autonomia”, dice Bernardelli Curuz. (ANSA)
A ritroso, analizzata la pittura del Peterzano, i due studiosi hanno affrontato il Fondo con i disegni di maestro e allievi del Castello Sforzesco, Bernardelli Curuz spiega: ”Li abbiamo divisi in tre blocchi, in base dell’unita’ stilistica e nel secondo abbiamo iniziato a vedere i volti, i corpi, le scene che Caravaggio avrebbe applicato durante la maturità‘. Sono cosi’ iniziati i confronti sul computer. ‘‘Ottantatre’ disegni dei cento da noi scoperti furono applicati dal Merisi nelle prove romane e post-romane. Cio’ dimostra che Caravaggio era partito dalla Lombardia con un bagaglio figurativo molto ricco”.
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