Napoli: all’asta gli immobili del centro storico. Sfrattato l’EPT

CulturaNapoli: all'asta gli immobili del centro storico. Sfrattato l'EPT

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Il Comune di Napoli sfratta l’EPT (Ente Provinciale per il Turismo) da piazza del Gesù: non si tratta di uno scherzo ma di una verità tenuta nascosta per mesi. Il caso è venuto alla luce in seguito ad un’ asta in base alla quale un imprenditore napoletano si è aggiudicato il piccolo esercizio commerciale al civico 7 e 8 di piazza del Gesù.

Si tratta di un immobile con due punti luce, di circa 35 metri quadrati di due vani più servizio igienico. Un locale che ha fatto gola a tanti, vista la sua posizione strategica, finito nel piano di dismissione degli immobili comunali portato avanti dalla Romeo.

Ma qualcuno, preso dalla voglia di fare affari, ha dimenticato che il locale ospita l’ente per il turismo, importante punto di riferimento per i turisti.
A tal proposito, il locale non andava considerato come un qualsiasi negozio da dismettere che è venduto per poco più di 250mila euro; ora, rischiamo di ritrovarci in piazza del Gesù con un mini pub o l’ennesimo baretto.
La vicenda è stata commentata da Dario Scalabrini, ex presidente dell’Ept Napoli, che ha confermato di sapere della vendita in atto, ma pensava che il Comune avrebbe proceduto con un’opposizione, perché si trattava di un immobile unico, anche per il suo utilizzo.

Purtroppo, neanche la Regione ha proposto un’opzione per l’acquisto, che sarebbe costata meno di 200mila euro.
In verità il Comune avrebbe potuto tenere per sé questi locali definiti importanti per la loro ubicazione, soprattutto in questi giorni che si sta parlando di allestire infopoint per i turisti in vista del salone dell’aerospazio.

Ancora una scelta incomprensibile dell’amministrazione comunale che cerca spazi quando già esistono postazioni strategiche; il Comune dovrebbe avere il coraggio di stralciare il locale di piazza del Gesù dall’elenco delle dismissioni, e sembra ci sia una richiesta per procedere in tal senso.
tratta di smascherare anche i soliti alibi riferiti alla crisi attuale, poiché in questo caso, più che vendere, si svende un importante pezzetto della storia della città.

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