Il portavoce Edwards, nel chiedere aiuti più consistenti da parte dei paesi donatori, ricorda che sono 235mila “le persone che hanno cercato asilo nei paesi vicini”.
Sulla crisi in Siria in giornata ci sono stati due interventi del nostro governo. Il primo a intervenire è stato il ministro della Difesa Di Paola. Secondo il ministro qualora la comunità internazionale scegliesse di intervenire, anche militarmente, nel dopo Assad in Siria, il nostro paese “ha le capacità per intervenire”. Intervenuto nella trasmissione Unomattina Di Paola ha precisato: “il Parlamento è sovrano e deciderà, ma credo che tutta la comunità internazionale dovrà dare un contributo come in Afghanistan”.
Nel paese afghano lo stesso ministro annuncia che nel 2014 il numero di militari italiani sarà inferiore rispetto ai 4000 attuali: “anche in questo caso saranno il nuovo governo e il Parlamento a deciderlo”.
Parole sulla crisi siriana arrivano anche dal premier Monti. Nel corso della conferenza stampa con il presidente della repubblica francese Hollande, il primo ministro italiano ha auspicato una ripresa dell’attività diplomatica dell‘Onu: “superare l’impasse in cui versa il Consiglio di sicurezza e favorire l’avvio di una transizione politica”. Il primo ministro Monti non ha nascosto preoccupazione: “abbiamo discusso del tema della Siria con la comune forte preoccupazione per l’evoluzione della crisi siriana”.
Duro e diretto il presidente della repubblica francese, il socialista Hollande che ha auspicato: “un governo alternativo in Siria dove il clan di Assad sta continuando nei massacri”.