Napoli ritorna al passato ripercorrendo la paura di Raffaele Cutolo

CronacaNapoli ritorna al passato ripercorrendo la paura di Raffaele Cutolo

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‘Periferia’ di Mario Sironi

NAPOLI – Un vertiginoso ritorno al passato, tra gli anni settanta e ottanta, quando la camorra insanguinava le strade della città, e i malavitosi non erano al sicuro neanche in cella. Una carneficina molto voluta dalla Nuova camorra organizzata, una strategia di paura e violenza che vide protagonista Raffaele Cutolo.

Gli anni bui sembravano passati, un brutto ricordo, e invece no, si ritorna a sparare nella periferia a nord di Napoli, una lunga e travagliata faida che vede contrapposte famiglie diverse, una camorra ignorante che semina veleno nelle sue terre, marcendo dove sono nati ed hanno prosperato le proprie attività illegali. A far paura è anche la possibilità di morire per sbaglio, in modo casuale, poiché i killer non ti chiedono la carta d’identità, sparano senza rendersi conto, senza alcuno scrupolo. Si muore per uno sguardo di troppo, per aver amato la donna sbagliata, per aver sottratto proventi provenienti dal traffico di droga.

Ma si muore anche per semplice parentela.
L’ultimo omicidio è quello di Pasquale Romano, e dalle prime indagini dei carabinieri non emergono collegamenti tra il giovane e la criminalità locale.
Eppure, il trentenne incensurato è stato ucciso in modo brutale, con quattordici colpi di pistola. Gli investigatori seguono tutte le piste e non escludono alcuna ipotesi sul movente dell’agguato.

Resta l’amarezza per questo nuovo fatto di sangue che conferma che Napoli è una città pericolosa, dove è sin troppo facile morire, anche per uno sbaglio.
Si resta perplessi di fronte a quelle che furono le dichiarazioni del neo eletto sindaco arancione, che dichiarò che Napoli è più sicura di Bruxelles.
Napoli resta la città della Nco, di Cutolo, dei Giuliano e dei Di Lauro, la città che condannò Tortora, la città del calcio drogato.

Se questo è il tanto atteso rinascimento partenopeo, allora non è da condannare chi decide di emigrare, di lasciare una città ingrata, in mano ad una politica affarista che da oltre un quarantennio sta saccheggiando un territorio privo di speranza.
Mai come in questo momento, Napoli ha bisogno dei napoletani per poter risorgere a nuova vita e recuperare quella legalità perduta.

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