Sabina Guzzanti condannata a pagare 40mila euro alla Carfagna (VIDEO)

PRIMO PIANOSabina Guzzanti condannata a pagare 40mila euro alla Carfagna (VIDEO)

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Arriva la condanna per Sabina Guzzanti. Nel 2008 l’attrice, comica, regista e blogger italiana, per una frase pronunciata durante il ‘No Cav Day‘ in Piazza Navona, dovrà risarcire una somma di 40.000 euro all’ex ministro delle pari opportunità, Mara Carfangna. Il tribunale sostiene che in quell’occasione la Guzzanti sia stata offensiva nei confronti della new entry del governo Berlusconi intonando una canzoncina goliardica con protagonista la stessa Carfagna alludendo, alle sue presunte gesta erotico/politiche e sottolineando perché l’ex valletta non avrebbe mai dovuto ricoprire la carica di Ministro.

Così Sabina Guzzanti ammette di essere stata offensiva, anzi fa molto di più, scrive sul suo sito alcune riflessione spiegandoci come noi italiani dovremo sentirci ancora più offesi in virtù agli scandali avvenuti durante l’ultimo ‘governo politico‘, che si coccolano come se fossero Re e Regine dimenticando ‘a tratti‘ che servono il popolo e non loro stessi:

Ho avuto torto non è un titolo sarcastico, è la verità. Ho offeso la Carfagna. Per la verità ho insultato Berlusconi, ma la Carfagna ha tutto il diritto a sentirsi offesa. La frase incriminata, l’unica che il giudice ha bollato come offensiva nel mio discorso fatto a piazza Navona nel 2008, è: non puoi far fare il ministro alla Carfagna solo perché ti fa i pompini (o qualcosa del genere, sono andata a braccio). Non erano ancora usciti gli scandali, non si sapeva ancora nemmeno di Noemi Letizia, ma la Carfagna ministro mi era sembrata uno sfregio. I fatti mi hanno dato molta più ragione di quella che volevo avere avere.

Ho avuto torto. Questa frase è stata ritenuta offensiva. E lo è non ci piove. per questa offesa è stato stabilito un prezzo. non un milione di euro come aveva chiesto la Carfagna, ma 40mila cifra più proporzionata, anche se, da quello che ho letto sui giornali, il prezzo di mercato sarebbe 5. si sa quando c’è di mezzo il pubblico si va sempre a scialare.

Quello che mi sento di contestare è che se è vero che è un’offesa quella da me proferita, è pur vero che è di molto più offensivo quello che gli italiani e le italiane in particolare, hanno subito con la nomina della Carfagna a ministro delle pari opportunità. Un allarme rosso che avrebbe dovuto mobilitare donne e uomini che sono intervenuti a dire “se non ora quando” solo quando era troppo tardi. Siamo stati offesi ma l’offesa che abbiamo subito non è risarcibile da nessun tribunale. Il codice non ci tutela. Eppure è indubbio che ci ha dannaggiato, che ne stiamo pagando e ne pagheremo le conseguenze in termini sia economici che di dignità e qualità della vita chissà per quanto tempo.

Pagherò quindi non dico volentieri ma con una certa soddisfazione questi 40 stuzziconi che guadagnerò lavorando. Lavorando e pagando su questo lavoro una bella fetta di tasse che andranno in buona parte a pagare altri festini, altri appartamenti di lusso, altri costumi da maiale e da schiave romane, altri yacht, altre parure, altre vallette, conduttori tv incapaci, giornalisti prezzolati, appaltatori mafiosi, banchieri disonesti, cozze, ostriche, ville insapute, testimoni insaputi, giudici compiacenti, finanzieri compiacenti, parrucchini, lifting, cocaina, catering, aerei privati, lampadari, case vacanza.

Sono sicura che la Carfagna donerà questi soldi in beneficenza. Mi sento di dire però che è la mia la beneficenza più compassionevole. Una donazione per tutti quelli che non hanno potuto parlare, modestissimo ma sincero risarcimento per l’umiliazione subita. E’ poca cosa, di più non mi posso permettere, ma come si dice, quello che conta è che sia fatta col cuore.

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