Berlusconi condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale sull’acquisizione diritti tv Mediaset. Una pena più dura rispetto a quanto richiesto dagli stessi pm dell’accusa (3 anni e 8 mesi) che prevede anche l‘interdizione dai pubblici uffici per tre anni e il versamento di 10 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate da parte dell’ex premier. La condanna all’interdizione ai pubblici uffici inflitta dal tribunale di Milano a Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, non è esecutiva nell’immediato dal momento che scatterebbe solo nell’eventualità in cui la sentenza dovesse passare in giudicato, quindi con il terzo grado di giudizio.
Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, in una nota ha così commentato: ‘E’ l’ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche. Siamo certi che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta‘.
Di opinione diversa è, invece, Di Pietro: ‘Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla. Da oggi gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente, colpevole di frode fiscale e con l’interdizione dai pubblici uffici per i prossimi tre anni‘.
Il processo Mediaset ha coinvolto, oltre a Silvio Berlusconi, anche altri tre imputati tra i quali il produttore statunitense Frank Agrama (condannato a 3 anni di reclusione) e gli ex manager Daniele Lorenzano (condannato a 3 anni e otto mesi) e Gabriella Galetto, condannata ad un anno e due mesi. Assolti, invece, il fondatore della Arner Bank Paolo Del Bue, Giorgio Dal Negro e il Presidente della Mediaset Fedele Confalonieri.
