Dal primo Gennaio 2013 le mamme lavoratrici potranno usufruire di un bonus di 300 euro al mese, fino a sei mesi, per il primo anno di vita del bambino. Tale bonus, dovrà riguardare esclusivamente le spese per l’asilo nido e la baby sitter. In Italia ci sono poche donne che lavorano: le madri, di solito, abbandonano il posto di lavoro dopo la prima maternità e cala, sempre più, il tasso di occupazione; ciò è dovuto anche al fatto che le aziende, molto spesso, non concedono il part-time. Il Governo pare essersi accorto di ciò che succede: il ruolo della donna – mamma – lavoratrice è molto impegnativo ed è per questo che nasce l’iniziativa. Bisogna stravolgere la tendenza diffusa nella nostra società e favorire il reinserimento lavorativo della donna, dopo il primo figlio.
Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica ma, considerata la situazione economica nella quale è immerso il nostro Paese, qualsiasi iniziativa sperimentale è ben accetta. Le risorse sono davvero ristrette: verranno offerti venti milioni di euro all’anno per tre anni e ciò vuol dire che non più di 11 mila madri avranno accesso al contributo. Inoltre, solo le mamme che presenteranno un valore basso di Isee ( indicatore della situazione economica) potranno godere pienamente del contributo che giungerà dopo una graduatoria nazionale.
Per fortuna non esistono manuali, guide e forum che insegnano a fare la madre. Non è possibile acquistare dvd che mostrano come conciliare lavoro e famiglia. Una cosa certa esiste ed è, forse, la più importante: non si può chiedere ad una donna di scegliere tra il posto di lavoro e la maternità, in quanto rappresentano due cammini sulla stessa strada.