Elezioni Usa: rush finale per Obama e Romney. Mappa delle pre-elezioni

PoliticaElezioni Usa: rush finale per Obama e Romney. Mappa delle pre-elezioni

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Ultimi giorni di battaglia prima dell’Election Day di martedì 6 novembre. Il presidente Obama e il suo sfidante, il repubblicano Mitt Romney sparano le ultime cartucce.

Ed è ancora l’economia a tenere banco nella sfida dialettica tra il mormone Romney e il presidente democratico Barack Obama. Nelle ultime ore il 65enne Romney ha prospettato per gli Usa uno scenario economico drammatico, simile a quello di Spagna e Italia, se Obama fosse stato rieletto,   promettendo la creazione di 12 milioni di impieghi.

Il presidente Obama accusa Romney e i repubblicani di raccontare “bugie che spaventano gli americani”. Il 51enne inquilino della Casa Bianca si prepara per un intenso rush finale, che prevede comizi in Wisconsin, Iowa, New Hampshire, Florida, ma soprattutto in Ohio, stato dove potrebbe decidersi l’esito del voto. Obama concluderà la lunga campagna elettorale in Colorado, a Denver, città dove il partito l’ha investito della candidatura.

Ed è sull’Ohio, il principale ‘swing states’, stato in bilico, che si concentra anche Romney, che a West Chester, dinnanzi a 30.000 sostenitori lo dice esplicitamente: “Ohio, probabilmente deciderai il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America, ho bisogno del vostro voto”. Alla serata presenti il candidato alla vicepresidenza, Paul Ryan, l’ex Segretario di Stato, Condoleezza Rice, l’ex sfidante di Obama 4 anni fa, Mc Cain, l’ex Sindaco di New York Giuliani, e lo speaker della Camera, Boehner.

Martedì 6 novembre i cittadini iscritti nelle liste elettorali, dalle 7 alle 20 (in base ai diversi fusi orari del paese), sceglieranno il presidente. In verità il complesso sistema elettorale americano non prevede l’elezione diretta del presidente, che viene scelto da 538 cosiddetti ‘Grandi Elettori’. I cittadini sulla scheda esprimono la preferenza per un candidato presidente, ma in realtà eleggono una lista di ‘Grandi Elettori’ associati a lui. In tutti gli Stati, ad eccezione di Nebraska e Maine, si vota con un maggioritario secco che gli americani chiamano  winnertakes all: chi vince in un singolo stato si aggiudica tutti i Grandi Elettori di quello Stato. Per arrivare alla Casa Bianca occorrono dunque 270 Grandi Elettori, ecco perché può capitare di vincere il voto popolare, ma non diventare Presidente degli Usa. Ed ecco perché i due candidati concentrano le loro forze sugli Stati ‘swing’, in bilico, quelli dove anche un solo voto in più può determinare l’esito finale.

Altra curiosità delle elezioni americane è rappresentata dalla possibilità di votare anche prima del 6 novembre. Data la natura fortemente federale del gigante americano, ogni Stato ha procedimenti elettorali, leggi, regolamenti e scadenze diverse (nella tabella una rassegna delle diverse differenze). In 34 Stati è previsto l’Early voting, ovvero un sofisticato sistema che permette di votare, mantenendo la segretezza del voto, via posta. In altri casi è possibile il voto anticipato anche di persona.



Early Voting

Gli ultimi sondaggi mostrano i due candidati ancora molto vicini, ma in due stati chiave, quali Florida e Ohio, il presidente uscente Obama appare in vantaggio.

Il 6 novembre gli americani sono chiamati a eleggere anche 33 senatori (un terzo dei rappresentanti del Senato), e i rappresentanti della Camera per il 113° Congresso. Un elezione da non sottovalutare, anche perché la possibilità, per il futuro presidente di mettere in atto le promesse esplicitate durante la campagna elettorale passano anche per un Congresso “amico”.

Dagli Usa prossimi a eleggere l’uomo più ‘potente del pianeta’, arriva la notizia della cancellazione della Maratona di New York, in programma domani 4 novembre, a causa dei danni procurati dall’uragano Sandy. Ad annunciarlo il Sindaco Bloomberg che ha precisato: “anche se la maratona non avrebbe distolto risorse dagli sforzi di soccorso, è chiaro che è diventata fonte di controversia e di divisione” mentre ha concluso il Sindaco della Grande Mela: “la Maratona ha sempre unito la città e non vogliamo che siano gettate ombre sull’evento”.

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