L’Ilva trascina con se una tragedia dopo l’altra e così stamane il Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi per varare un decreto che metta l’Ilva nelle condizioni di garantire nuovamente la produzione. In sintesi i punti del testo:
l’Autorizzazione integrata ambientale con forza di legge, la ripresa dell’attività produttiva e commerciale dell’Ilva, la sospensione dei provvedimenti di sequestro incompatibili con l’Aia, un garante per vigilare sull’attuazione del decreto legge e la responsabilità e gestione dello stabilimento in capo all’Ilva. Il provvedimento terrà conto delle osservazioni emerse nell’incontro di giovedì a palazzo Chigi con le parti sociali, l’azienda e gli enti locali. (IlSole24ore)
L’Esecutivo, questa la posizione espressa da Palazzo Chigi in una nota, considera «prioritaria» la tutela della salute e dell’ambiente ma considera altresì il polo produttivo di Taranto «un asset strategico per l’economia regionale e nazionale», la cui chiusura «potrebbe comportare un impatto negativo sull’economia di 8 miliardi annui». Tuttavia non è stata ancora stilata nessuna bozza visto che il Governo, prima di varare il provvedimento, ha deciso di sentire le parti: se già ci fosse la bozza del decreto, l’esecutivo non avrebbe dato spazio alle posizioni delle parti.
Secondo quanto comunicato dal premier, il prossimo passo potrebbe essere un decreto legge. I tempi sonobrevissimi e domani si riunirà il Consiglio dei ministri. Sui contenuti, ha spiegato, finalizzeremo il lavoro fatto dai ministri «in sintonia con le esigenze che sono state rappresentate qui stasera» E il provvedimento, ha assicurato Monti, si farà carico di garantire controlli seri e rigorosi. (ADNKRONOS).
MONTI – «Spero che non sia irrealistico – ha detto – sperare che da questa vicenda che ha disseminato morti, perdite enormi e dolorose, possa derivare un clima di fiducia. Spesso dal bene nasce il male» ha affermato il premier, chiudendo il vertice con le parti sociali.
CLINI, Ministro dell’ambiente – «Quello che dobbiamo fare ora è un provvedimento che consenta il rispetto delle prescrizioni dell’Aia, delle direttive europee e di tutte le parti coinvolte».
PASSERA, Ministro per lo sviluppo economico – «l’azienda può sostenere investimenti importanti ma sul piano finanziario dobbiamo impegnarci tutti affinché ci siano risorse necessarie».
Tuttavia il quadro non è chiara e senza novità anche la produzione dell’Ilva di Genova corre il rischio di essere fermata. Lo riferiscono alcuni sindacati e il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante che avrebbe dichiarato dinanzi al Governo che la volontà dell’Ilva è quella di guardare avanti, prospettando così la preparazione «di un piano industriale per nuovi investimenti per far fronte alle richieste delle associazioni ambientaliste». Intanto il 6 dicembre è la data stabilita per il dissequestro dell’impianto.