PRIMARIE PDL – Sono dieci le “disponibilità alla candidatura” alle primarie del Pdl, pervenute entro le dodici di oggi presso la sede nazionale del partito di Berlusconi, in via Dell’Umiltà. Insieme ad Alfano, Santanchè, Galan, Samorì e Crosetto, che avevano già annunciato nei giorni scorsi la loro intenzione di correre per la candidatura alla premiership per il centrodestra, questa mattina sono scesi in campo anche il sindaco di Pavia, il formattatore Cattaneo, il noto critico d’arte, Vittorio Sgarbi, l’ “amazzone” Michaela Biancofiore, Alessandra Mussolini, l’ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni.
Proprio la candidatura della giovane leader del centrodestra italiana rappresenta la novità probabilmente in grado di sparigliare le carte di una partita che sembrava già scritta. Non a caso, infatti, i cosiddetti colonnelli ex-An hanno tentato fino all’ultimo di far rientrare la candidatura di Meloni, presumibilmente in grado di rendere più difficile quella che doveva essere la marcia trionfale, dell’ex Guardasigilli, Angelino Alfano.
Dopo aver annunciato con un twit la sottoscrizione della sua candidatura (“Ho firmato la mia candidatura per le #primariepdl”), la più giovane vice presidente della Camera dei deputati e ministro della storia repubblicana ha dichiarato a TgSky24 che ha scelto di candidarsi “perché penso valga la pena di dire alcune cose con chiarezza e capire quanto certe idee abbiano consenso”. Il riferimento della Meloni è al “bipolarismo e ad un ‘no’ chiaro all’esperienza Monti”. Rispetto a quel che dice Alfano, c’è da vedere “se il Pdl è disponibile – dice – a sostenere Monti senza la sinistra e a sostenerlo con Montezemolo e Casini, mentre il mio è un no in ogni caso”. Giorgia Meloni spiega poi di non aver parlato con Berlusconi della sua candidatura, e circa la rottamazione della classe dirigente del Pdl, ha aggiunto: “Io ho già chiesto un passo indietro prima di candidarmi. Anche se tutta la dirigenza del partito si schierasse con Alfano ritengo ci sia una platea enorme di persone a cui rivolgersi”.
Intanto, la macchina organizzativa procede, in vista della prossima scadenza, fissata per il deposito delle diecimila firme in appoggio alla candidatura richieste dal regolamento. Sembra, tuttavia, tramontare l’ipotesi di primarie all’americana, con appuntamenti scaglionati tra il 16 dicembre e il 3 febbraio, dati i tempi stretti che si profilano per l’election day, fissato probabilmente per il 10 e 11 marzo.