Pur escludendo un conflitto regionale con la Turchia, il leader siriano, accusa il premier turco, Erdogan di considerarsi ancora: “un sultano ottomano”, pensando così di “dominare la regione”.
Da parte sua l’opposizione siriana è riunita da diversi giorni a Doha, in Qatar, nella non facile ricerca di una unità, che possa portare il frastagliato mondo ‘anti-Assad‘, a scegliere un leader unico, che succeda a Abdel Basset Sayda. I candidati alla successione sono 11, ieri intanto il Consiglio nazionale siriano è riuscito ad eleggere i 40 membri del nuovo segretariato, manca quindi solo il presidente di questo nuovo organismo dirigente. La comunità internazionale spinge per una soluzione rapida e che superi l’eccessiva frammentazione in cui versa, l’opposizione al regime di Assad.
E mentre Assad parla e non desiste, l’opposizione cerca la strada dell’unità, quasi novemila i siriani hanno varcato il confine con il paese anatolico, nel disperato tentativo di sfuggire ai combattimenti tra ribelli e forze governative, che impazzano nel paese. Un esodo che fa salire a 120.000 i profughi siriani in Turchia.
Tra i rifugiati, secondo fonti turche, vi sarebbero diversi disertori dell’esercito siriano: semplici soldati ma anche 2 generali, 11 colonnelli e 9 tra ufficiali e sottufficiali.
L’esodo e la fuga dal paese non è solo verso la Turchia, circa duemila siriani hanno cercato rifugio nelle vicine Giordania e Libano. I rifugiati siriani verso i paesi confinanti sono 408mila.