Le scuse di Don Piero Corsi: un soufflé di femminicidio e froci

CronacaLe scuse di Don Piero Corsi: un soufflé di femminicidio e froci

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don-piero-corsiSono alquanto contestabili le tesi, che il giorno di Natale, il parroco di San Terenzo, comune in provincia di Lerici (La Spezia), ha affisso sulla bacheca della chiesa: «Stupri e violenza contro le donne? Siete voi che provocate con abiti succinti e abbandonate i bimbi». E per fortuna che la tesi, ispirata a quelle di Pontifex (cellula sovversiva di ferventi credenti con l’intento di riportare il cattolicesimo vero ‘cioè quello che dicono loro‘ in Italia) è solo una e non 95 come quelle di Martin Lutero, che a differenza del prete di Lerici, espose tesi di tutto rispetto che hanno poi portato alla Riforma Protestante.

In sostanza il parroco di Lerici sostiene che i casi di femminicidio, alle volte (si spera per il suo pensiero, ndr), sia causato dalla donna stessa. Quella di Don Piero Corsi non è certo una predica di Natale, ma una vera e propria accusa al ‘gentil sesso: «Le donne facciano autocritica: vanno in giro con abiti succinti, servono cibi freddi, abbandonano i bimbi e esasperano le tensioni. Gli uomini non sono impazziti, sono le donne che provocano».
L’affisso manifesto, in realtà, si ispira alla lettera apostolica ‘Mulieris dignitatem rivisitata con un fare (sembrerebbe) piuttosto misogino da Bruno Volpe di Pontifex, e chi altro se non l’editorialista del sito ‘ultras cattolico‘.
Intanto il fogliettone sulla bacheca è stato rimosso per ordine del vescovo della Spezia, mons. Ernesto Palletti, che ha convocato il parroco, artefice di questa ‘iniziativa‘, proprio questa mattina per un chiarimento. Una bufera che alla fine spinge don Corsi a chiedere ”pubbliche scuse”.

Tuttavia noi non sappiamo quanto sia informato l’editorialista di Pontifex ma è certo che i 10o omicidi di donne, ammazzate nel 2012, non derivano da provocazione di mise succinte, se non dalle menti contorte e perverse accecate dall’odio e dalla gelosia che va ricercato nella psiche di una persona. Troppo facile parlare di eccitazione fisica, quindi l’uomo ammetterebbe così il suo istinto ‘animale‘ irrefrenabile? Vale a dire che in tutti questi anni l’animo umano non si è per niente evoluto lasciandosi trascinare ogni volta dagli impulsi primordiali? E intanto Volpe prosegue dichiarando circa le donne: «sempre più spesso provocano, cadono nell’arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti. […] Una stampa fanatica e deviata attribuisce all’uomo che non accetterebbe la separazione la spinta alla violenza. Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre piu’ spesso provocano, cadono nell’arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilita’ sono condivise».

Di seguito vi riportiamo le parole di stima rivolte dall’editorialista di Pontifex al parroco di Lerici:

Finalmente un parroco che parla chiaro, che non si tira indietro, che non nega le sue responsabilità. Parliamo di Don Piero Corsi, parroco a Lerici, vicino Genova. Sul trito tema del femminicidio (una assurda leggenda nera messa in giro da femministe senza scrupoli) il Parroco si chiede in un messaggio affisso alla bacheca della chiesa: “è colpa della donna che provoca con abiti succinti. Le donne facciano autocritica, quante volte provocano, cadono nell’arroganza e si sentono indipendenti? Se lo sono andate a cercare”. Fatta la tara di una certa esuberanza, il parroco conforta, come fanno in molti e come le cronache ci insegnano, le tesi esposte da Pontifex e dal buon senso comune. La storiella del femminicidio non regge, fa acqua da tutte le parti.

A questo punto non poteva mancare l’intervento e la reazione di disappunto esposta dal presidente del Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, che ha chiesto appunto l’intervento del Papa e del vescovo di La Spezia per rimuovere quella ‘dannata lettera’:

Questo messaggio è una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre un’inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse. In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d’Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all’interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è più tollerabile.

Intanto le scuse da parte del parroco sono arrivate: «Voglio scusarmi con tutti – dice – per quella che voleva essere soltanto una imprudente ‘provocazione’. In particolare mi voglio scusare con tutte quelle donne che si siano sentite offese in qualche modo dalle mie parole. Affronterò con serenità le decisioni della Curia».

Per ora resta chiuso il gruppo Facebook dello stesso don Corsi, additato dagli utenti del web circa la sua ‘analisi‘ sul femminicidio. Tuttavia, il prete, ha anche offeso un giornalista di RadioRai che lo ha intervistato: «Non so se e’ un frocio anche lei o meno: cosa prova quando vede una donna nuda?».

Che sia uno di quei parroci cristiani troppo estremisti? Comunque sia sembra che affiggere manifesti sulla bacheca della sua Chiesa era diventato un habitué. In precedenza aveva infatti esposto delle vignette anti-islamiche all’origine delle reazioni mussulmane in tutto il mondo. Poi quelle stesse vignette furono rimosse dopo le richieste della Diocesi, e come riporta il Secolo XIX sostituite poi dal disegno di un asino ridente, che fa ovviamente riferimento a chi non sostiene le sue ‘crociate religiose‘. E in più, scrive Repubblica, sembra che armato di candeliere abbia cacciato un clochard che chiedeva l’elemosina in chiesa.

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