SCAMPIA – Da oltre vent’anni si parla di periferia a rischio, con la chiesa schierata in prima linea contro la mala politica e la camorra.
Ci voleva l’ennesimo agguato, più efferato del solito, con i killer che penetrano in una scuola pur di portare a termine la missione di sangue sotto gli occhi d’innocenti bambini.
Un lungo inseguimento tra le strade del quartiere, per colpire la vittima ferita sotto casa nel lotto U.
Subito dopo il feroce agguato, siamo stati travolti dal solito fiume di parole, d agli interventi dei professionisti dell’anti camorra, da scrittori e giornalisti che si abbeverano del sangue della vittima in attesa di pubblicare un nuovo ed inutile libro.
Per la gente di Scampia non è così, ormai vittime di se stesse e di una società priva di freni morali. La militarizzazione del territorio non ha sortito gli effetti sperati, nonostante gli interventi preventivi attuati dalle forze dell’ordine, gli omicidi continuano, allungando la triste striscia di sangue.
Scampia, e l’intera periferia a nord di Napoli, ha bisogno di altro, di certezze che non sono mai arrivate. Anziché promuovere e riqualificare il territorio, creando occupazione , sindaco e vice sindaco, decidono che a Scampia deve essere realizzato un sito di compostaggio, come a dire “monnezza su monnezza”, ampliando il parcheggio degli inquinanti e fetidi automezzi dell’ASIA.
Il “lungomare libberato” è distante anni luce dalla periferia, non sarà certo la Coppa America o la Davis a salvare i bambini di queste zone.
La gente lo sa, questo non è l’ultimo degli omicidi, altri ne arriveranno sino al termine di questa lunga faida. Girati, scissionisti dilauriani, tante le gang ma poco il contrasto alle loro attività.
Basta guardarsi intorno per capire ciò che accade in periferia: a Scampia sotto gli edifici dell’IACP sono state realizzate centinaia di case abusive che sino a oggi nessuno ha provveduto ad abbattere.
Tanti i proclami di Sindaco e presidente IACP ,ma l’illegalità è sotto gli occhi di tutti.
La criminalità è sempre più sfrontata, ora i killer agiscono a viso scoperto, consapevoli dell’omertà e la paura esistente sul territorio.
Questo ennesimo omicidio conclusosi nel cortile di una scuola di Scampia conferma che la faida è ancora in corso e la criminalità continua a sottrarre spazi alla gente onesta che vive ai margini della città.
Scampia è ferita, ma non morta; ora spetta allo Stato riprendersi questo territorio e liberarlo una volta per tutto, dal cancro della malavita che regna da troppi anni in città.